La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 5 dicembre 2020 - In home page, In primo piano, Papa Francesco, Riflessione domenicale

2^ Domenica di Avvento – B

Letture: Is 40,1-5.9-11 / Sal 84 / 2Pt 3,8-14  / Mc 1,1-8

Inizio del Vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.

 gbattista  Si comincia bene, con una bella notizia! Seguiremo il Vangelo di Marco lungo tutto un anno. Il Vangelo è la buona notizia, la migliore in assoluto.

   Anche la buona notizia di Isaia, che abbiamo letto, comincia così: Consolate, consolate il mio popolo… L’espiazione è finita, la sua colpa è scontata.

   Inizio del Vangelo vuol dire che si entra nella lieta notizia di Gesù e ci si addentra in un mondo tutto da esplorare che è molto promettente: è lieta notizia.

   Gesù è la notizia gioiosa in persona, è il Messia, cioè il Cristo consacrato per la sua missione e inviato nel mondo.

   Gesù è Figlio di Dio. Vien detto subito, fin dall’inizio, chi è Gesù, ma occorrerà che facciamo anche noi un percorso, assieme ai discepoli, per arrivar a capire chi è veramente Gesù, che tipo di Messia.

   Bisognerà chiedere a Pietro cosa vuol dire andare a sbattere contro la dura realtà di un Messia respinto, non creduto, rifiutato dal suo popolo. Non è possibile! – dirà, e Gesù gli risponderà: Tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini (anzi, secondo Satana!).

   Seguiremo Gesù nel lento riconoscimento della sua identità e del mistero rivelato nella sua persona. Di fronte a un profeta perseguitato, a un Figlio di Dio che finisce inchiodato a una Croce, ci vien voglia di scappare perché così hanno fatto anche i discepoli (fuorché le donne). Prepariamoci alla paura, ma crediamo alla presenza di Dio nella storia.

   Ad affermare per primo che Gesù è Figlio di Dio sarà uno che meno ti aspetti: un soldato romano, non un discepolo!

   Nel corso del Vangelo di Marco, tanti buoni esempi di fiducia in Gesù verranno da gente umile, sofferente… e da chi non ci si aspetta, come il Centurione. Vedremo attorno a Gesù tanta fede e anche tanta incredulità. Vedremo gioia e sconcerto di fronte al mistero della sua persona, fino a giungere al mistero di quelle parole dal sepolcro: Non è qui, è risorto! Vi precede in Galilea, là lo vedranno. Vedremo paura ed esitazione perfino nelle donne che sentono questo messaggio.

   Oggi abbiamo sentito anche il primo messaggio del Vangelo di Marco, quello del Battezzatore. Egli predica un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Non si tratta di un gesto devozionale, e non si parla solo di purificazione ma di perdono vero e proprio: cosa che i bagni rituali dei Giudei non producevano. La conversione è un cambio profondo, un cambiamento di pensiero (e non solo di condotta per smettere di fare opere cattive e cominciare a farne di buone). È chiesto un cambio di valutazione delle cose: un capovolgimento di mentalità perché quello che sta per accadere è troppo grande. Marco ci porterà a questa visione nuova, ma ci vorrà pazienza. Il Battezzatore annuncia Colui che viene dopo di lui, che è più forte di me (dice), che è più degno (Io non sono degno neanche di slegargli le scarpe), che battezza con Spirito Santo e non con acqua come faccio io.

   Colui che viene avrà anche un atteggiamento diverso dal Battezzatore: questi sta nel deserto e la gente esce dalla città per ascoltarlo, Gesù entrerà nelle città e nei villaggi a cercare la gente. Gesù condurrà i suoi per altre strade e anche il Battista dovrà fare un cambio di mentalità, perché il Messia sarà diverso da come si aspettava.

   Se seguiremo Gesù, saremo Chiesa che va in cerca del mondo e non aspetteremo che il mondo si rivolga a noi.