Morfologia

Esterno

   L’edificio, in stile neoclassico, si presenta esternamente con sobrie facciate intonacate a malta di calce, percorse da un cornicione modanato, per l’intero perimetro, a circa due terzi della loro altezza. Centralmente, al di sopra del cornicione, ciascun lato è provvisto di lunette semicircolari con vetrate artistiche. La facciata principale culmina con un grazioso timpano racchiuso entro una cornice lineare.

Chiesa CasadaIl tetto è a due spioventi, ricoperto in lamiera. L’ingresso principale è costituito da semplici portoni in legno montati su stipiti di pietra, come l’architrave, che poggia su mensole in pietra lavorate. Un altro ingresso si apre sul lato sud e, sebbene le dimensioni siano più modeste, presenta caratteristiche simili al primo. Originariamente, l’ingresso laterale si apriva verso la strada, sul lato nord, ma fu tamponato (1886) e contestualmente aperto quello a sud, con progetto dell’Ing. Luigi De Candido. In questo piano d’interventi, fu anche realizzata la piccola lanterna ottagonale (dotata di piccole aperture quadrangolari) su cui poggia il tetto piramidale del campanile, che sostituì la pur bella cuspide a cupola del progetto Bosio.

Vetrata

Una delle vetrate artistiche, con la figura di San Lorenzo.

Lanterna e cella campanaria sono separate da un cornicione modanato. Per il resto, la torre campanaria, pur non particolarmente elevata, appare graziosa e snella, presentando quattro aperture con arco a tutto sesto all’altezza della cella campanaria. Il campanile è dotato di orologio (con tre quadranti) e mostra quattro piccole aperture rettangolari poste in verticale sopra alla porta d’accesso, per dare luce alla scala interna. Esso forma un corpus unico con l’abside e la sagrestia; quest’ultima, posta a sud-est, risulta molto più bassa del resto dell’edificio, con due finestre e tetto a due falde ricoperto in lamiera. Sulla parete prospiciente la Via Solferino, dal 1999 trova posto la lapide che ricorda i Caduti di Casada.

Interno

interno Casada

   Appena varcata la soglia d’ingresso, ci si ritrova nell’aula della chiesa, che ne costituisce l’unica navata, e termina a ridosso dell’abside. Rispetto all’aula, quest’ultimo è rialzato di un gradino e la bella volta dipinta con la raffigurazione della Trinità e angeli a grandezza naturale si apre verso l’aula grazie ad un arco a tutto sesto decorato, che poggia su pilastri arricchiti da decorazioni in rilievo (croci entro oculi circolari) e foglie d’acanto sui capitelli; anteriormente, la stessa volta è sorretta da due eleganti colonne ioniche. La pavimentazione della chiesa è costituita da lastre di marmo: la policromia del materiale e la sapiente combinazione delle forme geometriche fanno sì che l’insieme del rivestimento marmoreo dia una percezione dello spazio superiore alla superficie effettiva dell’aula.

Scansione 2

La Trinità raffigurata nella volta dell’abside.

Le lesene decorate a parvenza di venature marmoree, aggiungono all’interno del tempio un particolare tocco di eleganza tipica del neoclassico. La navata è sovrastata da una bella volta al cui centro è dipinto il martirio di S. Lorenzo. L’altar maggiore fu collocato in chiesa verso la fine dell’autunno del 1857, acquistato anche questo da Giuseppe Brescacin di Ceneda. L’altare proveniva da un’altra chiesa, che lo aveva dismesso per comprarne uno più grande. L’”altarista” provvide a restaurarlo e risistemare i pezzi mancanti. Si tratta di un manufatto grazioso e maestoso ad un tempo, realizzato con diverse tipologie di marmo: bianco e rosso di Verona, pietra bianca di Pinè (cave di Fadalto), marmo Diaspro e marmo Africano.

Scansione

Nel 1858 vi fu collocata la pala, opera del pittore Antonio Micolini, racchiusa nella cornice dorata realizzata dall’artista Stauder di S. Candido. Il dipinto raffigura la Madonna della Neve in gloria (nella parte superiore) ed i Santi Lorenzo (a sx) e Osvaldo (a dx). Il tabernacolo è opera degli anni ’50 del marmista De Martin di Dosoledo, che lo realizzò su disegno del geometra Pellizzaroli: sostituì quello ligneo, il cui frontespizio si trova ancora conservato nella chiesa. Sulla parete di sinistra (entrando), all’altezza della porta tamponata, ove in seguito al tamponamento era stato realizzato un altare ligneo dedicato alla Madonna Ausiliatrice (poi smantellato), è stata ricavata una nicchia decorata da una bella cornice intagliata, ove è collocata la statua della Vergine.

altare particolare

La mensa dell’altar maggiore con il tabernacolo.

madonna casada

La statua dell’Ausiliatrice e, sotto alla nicchia, il battistero. L’immagine mostra anche una delle lesene che decorano l’interno del tempio.

Statua dell’Ausiliatrice e cornice della nicchia sono opera dello scultore Mussner della seconda metà degli anni ’30. Ai piedi della nicchia vi è il battistero, fornito anch’esso dal De Martin di Dosoledo nel 1952. La Via Crucis è costituita da 14 tavole in legno di cirmolo scolpite dall’artista Mahlkneecht di Ortisei e regalate dalla Regola di Casada nel 1956.

Via Crucis

Una delle formelle in cirmolo della Via Crucis.

Tra le opere d’arte conservate nella chiesa di S. Lorenzo figurano anche alcune interessanti tele: La B.V. del Rosario con i Santi Domenico e Antonio Abate, S. Lorenzo Martire che sale in gloria, l’Ausiliatrice e l’Immacolata. Autore ed epoca sono noti solo per quest’ultima: Tomaso Da Rin di Laggio, 1877. Molto bello anche il gonfalone dei Santi Lorenzo e Osvaldo, che viene portato solennemente in testa alla processione per la festa patronale in agosto. Fino al 5 agosto 1918 la chiesa poteva contare sul rintocco di due campane, che furono requisite dagli austriaci. Furono rifuse nel 1921 dalla ditta De Poli di Vittorio Veneto. In occasione dell’erezione della Parrocchia, la Regola di Casada volle per la propria chiesa un concerto a tre campane, che fu approntato dalla medesima fonderia De Poli con l’aggiunta di una campana più grande rispetto alle due che già c’erano. Il concerto a tre fu pronto per la visita del Vescovo Muccin del dicembre 1952. Le campane di Casada furono mosse a corda fino al 1971, quando arrivò l’elettrificazione.

ausiliatrice

La bella statua dell’Ausiliatrice, scolpita da Mussner (Val Gardena – seconda metà anni ’30).