Chiesetta della Madonna della Difesa

Chiesetta Marandera

La chiesetta della Madonna della Difesa

   Lasciando il paese e risalendo la Val Frison, costeggiando l’omonimo torrente, dopo circa quattro chilometri si raggiunge la chiesetta dedicata alla Madonna della Difesa. L’edificio sorge a lato della strada che, dirigendosi verso sud-est, congiunge il Comelico alla vicina Carnia, permettendo di raggiungere i paesi di Pesariis e Sauris, e da questi guadagnare la bassa friulana. Per quest’antica via infatti, lungo il corso dei secoli, gente da ogni paese della vallata raggiungeva i grandi centri di Udine e Aquileia – dai quali dipendeva l’Arcidiaconato del Cadore fino al 1846, anno dell’unione alla Diocesi di Belluno – per lo studio, gli scambi e i proficui commerci.   La chiesetta fu costruita nel 1927 da don Pio De Martin, Mansionario di Campolongo dal 1922 al 1933, in luogo di un precedente edificio sacro, andato distrutto durante la Guerra 1915 – 1918; dinanzi alla chiesetta, il sacerdote, con non poche difficoltà, edificò pure un rifugio (il “Rifugio alle Tre Terze”) destinato ad ospitare i viandanti in transito lungo la strada, dedicandolo alla memoria di Alberto Tonello (Medaglia d’oro al V.M.) e dei Caduti in guerra di Campolongo.

chiesetta merendera Lo stesso don Pio benedì la chiesetta, con il permesso della Curia, il 27 luglio 1928, ottenendo anche l’autorizzazione a celebrarvi la Santa Messa. Nella nicchia che sovrasta l’altare maggiore è collocata la statua della Madonna della Difesa, che fu trasportata processionalmente fin lassù, su di un carro trionfale, in occasione della consacrazione dell’edificio.

chiesetta merendera 1Con il passare degli anni il rifugio è crollato, mentre la chiesetta è stata più volte danneggiata dalle intemperie, ma la Comunità di Campolongo è sempre intervenuta per restaurare l’edificio e mantenerlo decoroso. chiesetta alluvioneIn modo particolare, la grande alluvione del 1966 provocò seri danni alla struttura, lasciando in piedi solamente i muri perimetrali. Nel 1968 la chiesetta fu risistemata per volontà del compianto parroco di Campolongo don Mario Pasa. chiesetta cerimoniaSono scomparse, rispetto alla fabbrica di don Pio, solamente le piccole torrette che spiccavano tra le cuspidi dell’originale tetto a pagoda: per il resto tutto è rimasto uguale, con l’aggiunta del portico in legno. chiesetta internoOltre a quella della Madonna, i due piccoli altari laterali ospitano le statue di Sant’Antonio da Padova e di Sant’Osvaldo Re e Martire. Accanto alla statua di Sant’Antonio vi è il ritratto di don Pio De Martin, realizzato nel 1972 dal noto pittore Giovanni De Bettin Linc. Sulle pareti vi sono due affreschi realizzati da artista ignoto, forse dallo stesso don Pio. L’affresco di sinistra presenta Gesù con gli Apostoli nell’orto degli ulivi; quello di destra mostra il centurione che trafigge il costato di Gesù crocifisso in mezzo ai due ladroni; ai piedi della croce Maria con il discepolo Giovanni. Dall’analisi delle fotografie dell’epoca conservate nell’Archivio parrocchiale di Campolongo si nota come esistessero due affreschi anche sulle pareti esterne, in alto sotto alle falde del tetto prospicienti la strada; purtroppo tali opere sono andate perdute. Pur non trattandosi di opere di pregio, le pitture murali adornano le bianche pareti del sacello aiutando il visitatore, al tempo stesso, ad immergersi nella preghiera e nella contemplazione. Fino alla vigilia del secondo conflitto mondiale era tradizione annuale, per gli abitanti di Campolongo, recarsi in pellegrinaggio a Sauris (UD) per venerare le spoglie di  Sant’Osvaldo conservate nel Santuario che sorge in quel paese. I pellegrini partivano dal paese processionalmente il 4 agosto; raggiunta la località di Cima Merendera, veniva celebrata la Santa Messa nella chiesetta e poi si proseguiva pregando verso l’altopiano di Razzo e da qui si scendeva verso la meta. Il 5 agosto si teneva a Sauris la grande festa in onore di Sant’Osvaldo, con tanto di fiera. La chiesetta della Merendera era punto di riferimento anche il giorno seguente, quando i pellegrini vi facevano sosta sulla via del ritorno.   Oggi la chiesetta è curata e custodita da alcune persone volonterose del paese e talvolta capita che qualche coppia di fidanzati la scelga per celebrarvi il proprio matrimonio.