La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 8 gennaio 2021 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

Battesimo del Signore – B –

Letture: Is 55,1-11 / Da Is 12 / 1Gv 5,1-9 / Mc 1,7-11

Vide lo Spirito discendere su di lui

battesimo   Gesù incomincia la sua missione: ma chi si accorgerebbe di lui? Proviene da un piccolo villaggio. Si confonde tra la gente. Chiede come tutti il battesimo di conversione.

   Non c’era niente a marcare la differenza tra il Figlio di Dio e il resto degli uomini. Al suo paese non si erano mai accorti di niente. Non è costui il figlio del carpentiere? – si chiederanno un giorno – Da dove gli viene tanta sapienza?

   Il Figlio di Dio si è messo nei nostri panni. Non si distingue per nulla da noi. Il suo modo di operare è quello di vivere assieme all’umanità, nel condividerne la vita (pur senza perdere la consapevolezza di essere Figlio di Dio), senza distinguersi, senza ritirarsi nel deserto per acquistare quel fascino del profeta di vita austera che aveva invece il Battista.

   Un Dio che si abbassa, confuso tra coloro che si confessano peccatori: uno così non può essere Dio, verrebbe da dire. Un Dio che si umilia e che si abbassa è fuori dal nostro immaginario.

   Ecco allora la visione, dopo il battesimo, e la voce del Padre che rassicura subito: è lui! Pur essendo venuto a farsi battezzare insieme alla gente, è diverso. Lui viene dall’alto. La sua missione viene da Dio, non dal battesimo di Giovanni.

   Uscendo dall’acqua, vide i cieli squarciarsi. Un desiderio antico viene soddisfatto, quello espresso da Isaia: O se tu aprissi i cieli e discendessi! I cieli non si sono aperti per farci guardar su il mondo di Dio, ma per lasciar scendere Dio nel nostro mondo.

   Vide lo Spirito discendere verso di lui. Lo Spirito di Dio scende sul Messia. Non è uno spirito dato in misura parziale, come ai profeti, per una missione particolare: a Gesù viene donato lo Spirito di Dio che scende nella pienezza.

   Qui lo Spirito è descritto come una forza divina che trasforma Gesù, quasi donandogli una nuova personalità, per renderlo capace di una grande missione che gli è affidata. Anzi, lo Spirito non trasforma Gesù, ma svela pubblicamente chi egli è. L’immagine della colomba, che rappresenta lo Spirito di Dio che volava sulle acque del caos primitivo, ora qui parla di una nuova creazione. Con Gesù inizia una storia nuova: quella del mondo nuovo. Come colomba della pace, lo Spirito Santo indica la pace messianica che il Cristo comincia a realizzare. La voce dal cielo indica più l’autorevolezza che la provenienza.

   Il Figlio mio, l’amato, in cui Dio pone il suo compiacimento: è il Figlio di Dio, è più che il Servo del Signore pronosticato da Isaia. Il battesimo, da solo, non bastava a rivelare Gesù che sarebbe rimasto confuso tra la gente devota. Per capire Gesù, e il significato di ciò che fa, occorre una rivelazione dall’alto. La rivelazione su Gesù è questa: Gesù è stato battezzato dal Battista, ma è più del Battista; è investito dallo Spirito come i profeti, ma è più dei profeti; ha una missione da compiere come il Servo del Signore, ma è più del Servo del Signore.

   A questo punto siamo appena all’inizio del vangelo di Marco. Il battesimo annuncia l’identità di Gesù, ma occorre percorrere la sua vita per intero perché la sua identità sia svelata compiutamente. Quale Figlio? Quale missione?

   Di battesimo si parla ancora, dopo l’evento del Giordano. Gesù parlerà del battesimo /immersione della passione e infine del battesimo /immersione dei cristiani.

   Il battesimo di Gesù si apre in due direzioni: verso la Croce e verso i discepoli. C’è modo e modo di intendere quel “Tu sei mio Figlio amato”: ai piedi della Croce tutto sarà chiarito.