La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 16 gennaio 2021 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

2^ domenica del Tempo Odinario – B –

Letture: 1Sam 3,3-10.19 / Sal 39 / 1Cor 6,13-15.17-20 / Gv 1,35-42

Che cosa cercate?

2to   È lunga la catena dei testimoni che indicano Gesù che passa. Giovanni Battista lo indica a Andrea e all’altro, i primi discepoli indicano l’Agnello, il Messia agli altri… Anche a noi Gesù è stato indicato come Salvatore e noi stessi continuiamo a indicare Gesù come punto di riferimento in questo grande cambio epocale. Contiamo che qualcuno segua ancora questa indicazione.

   Chi cerca Gesù sente rivolgersi una strana domanda: Che cosa cercate? Poi sente l’invito (Venite) e una promessa (vedrete). È un po’ strana anche la domanda dei due che gli vanno dietro: Dove abiti? Il loro interesse è per la persona di Gesù e, per sapere qualcosa di più preciso su di lui, vogliono stare un po’ con lui, abitare con lui e parlare insieme con calma per conoscerlo meglio. I primi a far esperienza di Gesù sono Andrea e un altro non ben precisato discepolo: resta nel racconto come una casella vuota, che può essere riempita da altri, cioè da chiunque vuol andare a Gesù. Andrea porta a Gesù suo fratello Simone e Gesù gli cambia il nome, Pietro, e questo equivale a cambiargli la vita e a imprimerle una direzione nuova. Anche il nostro cammino dietro a Gesù ha avuto diverse fasi che val la pena rivisitare. Abbiamo cercato Gesù da quando altri ce l’hanno indicato: genitori, catechisti, nonni, parroco? Lo abbiamo trovato?  Possiamo dirlo, come ha fatto Andrea, ad ogni fratello? La prima tappa del cammino è segnata da quella domanda: Che cosa cercate?

   Con questa domanda Gesù costringe a interrogarsi ciascuno sul proprio cammino. La ricerca dev’essere messa in questione perché il vangelo nel prosieguo mostrerà esplicitamente che alcuni cercano veramente Gesù, dove dimora, e altri cercano in definitiva sé stessi.

   In secondo luogo, la testimonianza che diamo, cioè l’indicazione di Gesù e l’insegnamento su di lui che diamo, non hanno un effetto automatico. Uno non crede subito, di solito. Nel vangelo ci è detto che nessuno può venire a Gesù senza essere attirato dal Padre. Bisogna tener conto sempre, anche al giorno d’oggi, che la ricerca di Gesù è frutto di una grazia preveniente di Dio.

   In terzo luogo, dopo la testimonianza occorre anche un “venire e vedere”. Si trova Gesù dopo aver fatto esperienza di lui. L’incontro personale con Gesù è il momento decisivo. Dopo aver cercato, trovato e visto, c’è anche un restare insieme.

   Nel prosieguo del vangelo si scopre che Gesù dimora nel Padre e che lui stesso è la dimora di Dio tra gli uomini. La domanda iniziale Dove abiti? porta alla conclusione di abitare con Gesù. Infatti ogni uomo desidera stare con Dio, rimanere e dimorare con Dio. Gesù è venuto per rivelare agli uomini la sua dimora. Il desiderio che spinge i discepoli a cercare Gesù coincide con la sua missione: rivelare la sua dimora e prenderli con sé.

   Venendo a noi… nei Paesi europei stiamo vivendo tempi decisivi per il futuro della fede tra noi.

   La Chiesa ha bisogno di una conversione senza precedenti e di un cuore nuovo per vivere e comunicare la buona notizia di Gesù con più verità e fedeltà alla sua persona, al suo messaggio e al suo progetto del regno di Dio.

   Negli anni a venire si dovrà promuovere un clima di conversione umile e gioiosa a Gesù Cristo nelle parrocchie, se no la nostra fede si estingue a poco a poco.

   È la gioia del vangelo a dover segnare il cammino delle nostre parrocchie.

   È la conversione a Gesù che dobbiamo curare ogni giorno.