La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 23 gennaio 2021 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

3^ domenica del Tempo Odinario – B –

Letture: Gio 3,1-5.10 / Sal 24 / 1Cor 7,29-31 / Mc 1,14-20

Venite dietro a me…

   3toComincia il vangelo di Marco e dice “quando” Gesù entra in azione e “da dove comincia”: Quando il Battista fu arrestato, Gesù andò in Galilea, predicando il vangelo e diceva

   Annotazione di tempo: Quando Giovanni fu arrestato. Questo destino del Battista prefigura quello di Gesù nella passione, ma anche il seguace /discepolo avrà la sua parte in questo! C’è un nesso, tra Gesù e il Battista, e anche una distinzione: uno annuncia un battesimo di penitenza, Gesù il Vangelo /lieta notizia di Dio.

   Annotazione geografica: Gesù andò in Galilea. L’attività di Gesù inizia lì e si concluderà ancora lì, in Galilea, con un appuntamento ai discepoli dopo la sua risurrezione. La Galilea ha un grande significato per Marco: al contrario della Giudea e Gerusalemme (dove Gesù è rifiutato e ucciso), la Galilea è il luogo della predicazione e delle guarigioni, delle folle che rappresentano il mondo pagano che accoglierà il Vangelo.

   Annotazione circa il contenuto: Predicando il vangelo di Dio. Non vuol dire far prediche, dar lezioni o esortazioni… possibilmente con belle parole che piacciono. È annunciare un lieto evento, cioè un fatto, e sollecitare una risposta. Prima la notizia, poi la morale. Prima l’azione di Dio, poi la risposta dell’uomo (…). Il fatto: Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino. Sono parole non facili che l’evangelista non sta lì a spiegare. È come se dicesse: c’è tutto il resto del Vangelo, leggi e capirai. La risposta (Convertitevi e credete) è spiegata dalla chiamata dei primi discepoli e dalla loro pronta risposta.

   Il tempo è compiuto =Dio ha preparato questo momento e porta a compimento il progetto annunciato nelle Scritture. Il Regno di Dio è vicino =Dio adesso fa il Re, fa la “sua” giustizia, porta la “sua” salvezza che è l’intervento definitivo e risolutore.

   Gesù non parla al futuro, come i profeti, ma al presente: Dio è qui. L’annuncio ha un tono di urgenza e anche di gioia. È buona notizia per tutti, anche per coloro che i Giudei consideravano fuori dalla gioia messianica: poveri, peccatori, piccoli, stranieri e pagani. Dio si mette a fare il Re e Gesù non è un profeta come gli altri: è il Figlio di Dio venuto fra noi.

   Che cosa ne consegue? Convertitevi e credete. Bisogna cambiar tutto, non qualcosa soltanto come spostare un soprammobile, ma cambiare pensiero sia nel modo di parlare e valutare, sia nel comportamento pratico. Credere nel Vangelo vuol dire crederlo vero, fidarsi di esso e far scelte diverse, se occorre, da quelle solite e cambiare progetto di vita come hanno fatto i primi quattro… Non hanno cercato Gesù, Gesù li ha cercati e trovati. Non erano in meditazione o in lettura della Bibbia… erano al lavoro. La chiamata arriva a ogni discepolo nella sua vita quotidiana… in una condizione molto laica.

   Perché proprio loro e non altri? Come è possibile che Dio chiami qualcuno e non tutti? La risposta è: chi è chiamato deve porsi al servizio di tutti. La chiamata è sempre per la missione. La prima parola di Gesù è “seguitemi”. L’ultima, alla fine del Vangelo, è “andate nel mondo intero”. Fra i due momenti c’è un percorso nel quale ogni cristiano impara dal Vangelo molte cose: che non deve parlare a nome proprio ma su incarico, che non deve parlare di sé ma solo di Cristo, che il suo orizzonte non è la piccola comunità ma il mondo intero, che in questa impresa missionaria non è mai solo ma sempre in compagnia del suo Signore. Mai davanti a lui, ma sempre un passo indietro. Tutto questo vale per ogni battezzato che decide di ripercorrere il Vangelo di Marco e accetta di camminare anche lui al seguito di Gesù. Che cosa diciamo? Niente, come i discepoli! Ma lasciarono tutto e lo seguirono.