La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 6 febbraio 2021 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

5^ domenica del Tempo Odinario – B –

Letture: Gb 7,1-4.6-7 / Sal 146 / 1Cor 9,16-19.22-23 / Mc 1,29-39

Gesù: il Servo che si piega sul dolore dell’uomo.

5to   La giornata intensa di Gesù è iniziata nella sinagoga perché è sabato. È giorno di riposo, con al centro la preghiera e la lettura della Parola, non certo il sonno e neanche lo svago per l’austera prassi ebraica! Gesù in questo giorno insegna e lotta contro il male, liberando l’uomo posseduto dal Maligno.

   Nel racconto c’è la parola “subito” che si ripete: Subito, uscito dalla sinagoga, andò in casa di Simone. Gesù non sta fermo, ma agisce, poco importa se è giorno di sabato. C’è una certa urgenza per lui da quando ha detto Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino.

   A Gesù parlano di una persona umile, suocera di Pietro, una vecchietta a letto con la febbre. Gesù la fece alzare prendendola per mano. È un verbo importante che è usato per parlare della risurrezione. Qui Gesù risuscita una persona e la incammina sulla strada del servizio.

   L’atteggiamento di mettersi a servire è quello che definisce il discepolo. Godere di buona salute è un dono di Dio che non va tenuto per sé ma è destinato al bene degli altri, non da godere in modo egoistico ma da condividere.

   Il fatto che la suocera di Pietro si mette a servire in giorno di sabato potrebbe diventare un capo d’accusa contro Gesù. Infatti tutta la gente che porta malati e sofferenti si raduna davanti alla porta dopo il tramonto del sole, quando l’obbligo del riposo sabbatico è cessato: finito il sabato si poteva muoversi e portare pesi.

   Gesù guarisce tanti, ma non guarisce tutti, perché la sua non è la missione del guaritore, è un’altra. Le guarigioni sono solo un segno che il Regno di Dio si è avvicinato e vince il regno del male, restituendo l’uomo a sé stesso e al giusto atteggiamento nella vita.

   La giornata intensa di Gesù ha un altro momento importante e non si esaurisce nel servizio e nell’accogliere la gente. C’è la preghiera di Gesù in solitudine, all’inizio di una nuova giornata, prima di ripartire. La scelta di Gesù, come vediamo, è di andare altrove, non di fermarsi lì come si aspettano i discepoli, dato che tutti vengono a cercarlo: Tutti ti cercano… Andiamocene altrove – risponde –, in altri villaggi, perché io predichi anche là.

   È il primo dialogo coi discepoli e pare anche il primo motivo di incomprensione tra i discepoli e Gesù. Questa incomprensione compare fin dall’inizio e si ripeterà nel corso del Vangelo. Ci sono visioni diverse: in un modo pensano i discepoli e in un altro Gesù.

   Andiamocene altrove… Per Gesù c’è sempre un altrove, perché egli è venuto non per una folla, ma per tutte le folle del mondo. Nessuno può impadronirsi di lui e trattenerlo. Nessuno può vantare nei suoi confronti una precedenza.

   Il primo altrove cercato da Gesù è il Padre. Al Padre Gesù ritorna all’inizio della giornata e dal Padre riparte dopo aver ritrovato la sua missione. I discepoli e ogni lettore di Marco sono chiamati a lasciarsi condurre da Gesù e a lasciarsi formare da lui.

   Andando al Padre con lui, siamo di nuovo guariti interiormente e sanificati trovando così nuove motivazioni nel fare le cose di sempre. La vera guarigione di ogni persona è nel ritrovare il senso di sé stesso, nella relazione con colui che lo chiama alla vita.

    Insegnaci, Signore, a condividere il dolore dei fratelli e ad essere insieme a loro partecipi della forza sanificatrice del Vangelo!