La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 27 febbraio 2021 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

2^ Domenica di Quaresima – B –

Letture: Gen 22,1-2.9.10-13.15-18 /Sal 115 / Rm 8,31-34 / Mc 9,2-10

Ascoltatelo!

2Q   Le tentazioni per distogliere Gesù dalla sua missione si sono ripetute lungo la sua vita. Non provenivano solo da Satana, ma dagli uomini. Anche Pietro ci si è messo: riconosce Gesù come Messia, ma disapprova l’idea di un Messia sofferente e rifiutato. (Pietro parla anche a nome nostro, perché in quel momento dubito che avremmo pensato come lui!).

   Immaginiamo Gesù che dice a Pietro, a mezza voce e con ironia: Tu ragioni secondo gli uomini e non secondo Dio. Tu sei per me un Satana tentatore. Va’ dietro a me! (Infatti il discepolo non può camminare davanti al Maestro). Gesù parlava bonariamente, ma queste parole di sicuro hanno ferito Pietro al cuore (una fucilata!): Sei Satana tentatore!

   Il discepolo che ognuno di noi è, o vuol essere, segue il Maestro, non fa progetti al suo posto. Uno è contro Gesù se nega che lui è il Messia, ma uno può essere contro Gesù anche se cerca di correggere la sua missione, nell’intento di favorirla. Qui il discepolo non deve solo lasciare qualcosa per seguire Gesù, ma deve lasciare anche il proprio progetto come seguace. La crisi non c’è solo nel cercare il Signore, ma anche nell’accorgersi che il Signore, una volta incontrato, è diverso!

   Dopo la gente (che considera Gesù un semplice profeta come gli altri), dopo i discepoli che lo dichiarano Messia, dopo Gesù che si dichiara Messia crocifisso… ora nella trasfigurazione il Padre dà la definizione completa: Questi è il Figlio mio, il prediletto. Ascoltatelo! La trasfigurazione rivela il significato profondo che la Croce nasconde.

   La nube, la voce celeste, la presenza di Elia e Mosè, evocano il Sinai dove Dio si manifesta: la gente, e lo stesso Pietro, rifiutano Gesù crocifisso, ma le Scrittura (legge e profezie) gli danno ragione.

   L’essere trasfigurato e le vesti candide anticipano la risurrezione. Dunque, quest’uomo incamminato verso la Croce è il Signore glorioso.

   Pietro adesso è felice: Facciamo qui tre tende! Ma sbaglia ancora una volta i conti. Pensa di essere già arrivato alla meta, alla gloria, ma la gloria di Gesù che ora vede è solo un anticipo, una prefigurazione, un antipasto…

   La via da percorrere continua ad essere quella della Croce. La trasfigurazione non è segno che la via della Croce è terminata: al contrario. La narrazione di Marco scorrerà diritta verso la Croce senza altre luci particolari.

   La voce dal cielo dice: Ascoltatelo! Colui che è incamminato verso la Croce, che sarà abbandonato da tutti, è in realtà il Figlio da ascoltare. Nello stesso tempo bisogna tacere. C’è l’ordine di tenere il segreto, se si è visto qualcosa della gloria. Bisogna tacere di fronte alla potenza di Gesù che si manifesta nei miracoli, negli esorcismi, nella trasfigurazione. Bisogna tacere… e parlare solo a discorso finito, dopo la risurrezione, quando tutti gli aspetti saranno chiariti, non prima.

   Ora scendiamo dal monte anche noi, con Gesù e i discepoli. Era bello lassù, come Pietro diceva, ma bisogna scendere nella vita di ogni giorno.

   In qualche momento anche noi abbiamo intravisto la luce del Signore Gesù e la sua gloria, ma poi la strada passa anche nel grigiore e nella monotonia della vita quotidiana.

   Occorre non dimenticare la luce intravista: quello che la grazia ci ha trasmesso nel Vangelo e nella liturgia.

   Ora occorre continuare ad ascoltare Gesù, fiduciosi di non aver creduto invano, anzi sicuri che vale sempre la pena seguirlo… visto che abbiamo anche noi, con Pietro e i discepoli, cominciato a seguirlo.