La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 14 agosto 2021 - Papa Francesco

ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

Letture: Ap 11,19; 12,1-6.10 /Sal 44 / 1Cor 15,20-26 / Lc 1,39-56

Maria: esempio di premura verso l’umanità sofferente.

 XXTO  Apocalisse ci porta nel pieno della lotta: lotta mondiale, epocale tra la vita e la morte dell’umanità.

   Il segno delle forze malefiche, sommate nell’immagine del grande Drago dalle sette teste, è il primo segno: minaccioso ma perdente. L’altro segno nel cielo, vincente, è la Donna in pericolo, ma sicura nella protezione di Dio.

   Notare che è scritto “La Donna”. Istintivamente pensiamo alla Madonna, ma è simboleggiato il Popolo di Dio che attraversa le prove e le situazioni drammatiche di ogni epoca.

   Proprio nei giorni scorsi ricorrevano i Martiri di Auschwitz, emblematici di una moltitudine di vittime innocenti, divorate dal mostro nazista: la santa Edith Stein, filosofa dell’università di Colonia, ebrea diventata monaca carmelitana; il santo francescano polacco, giornalista, Massimiliano Kolbe. Loro sono una luce accecante nel buio nero del campo di sterminio.

   Il Figlio della Donna (Donna che è simbolo del popolo di Dio) viene rapito in alto. Questo figlio è il Crocifisso risorto che ora siede in trono alla destra di Dio e da lì governa la lotta che continua e spinge perché il bene venga alla luce e perché il progetto del mondo nuovo di Dio sia realizzato.

   Il Figlio di Dio, innalzato con Maria e i suoi Santi, dà certezza della riuscita per l’impresa umana sulla terra. Abbiamo bisogno di alzare lo sguardo e di non perdere mai il senso della meta. Dio continua ad essere il nostro rifugio perché, come Apocalisse attesta, non siamo esentati dalle prove.

   Rifugio preparato da Dio è la consapevolezza che nulla può separarci da lui. La vicinanza di Dio, premurosa e provvidente, aiuterà ad affrettare il passo. Ogni scelta per il bene è seme dell’eternità che sta crescendo.

   Lo stile di Dio invita a declinare l’esistenza con stile di disponibilità, del prendersi cura, con lo stile di rispetto, di condivisione e gratuità. Viceversa, il seme di morte per sempre è la maldicenza, l’invidia e la gelosia, l’odio e il rancore…

   Apocalisse ispira speranza. Fa guardare in alto verso il trono di Dio, e attira lo sguardo sull’umile figura di Maria. Custode del grande segreto, sicura sulla Parola ricevuta vivente in lei, Maria non rimane chiusa a contemplare privatamente il dono della divina maternità. È proiettata fuori sui sentieri della missione, a far dono della lieta notizia.

   In Maria vediamo l’esempio di premura verso l’umanità sofferente. La comunità cristiana cerca di imitarla con grande disponibilità verso tutti; con Maria esprime la gioia che guarda le cose con lo sguardo di Dio, attesta che Dio sovverte i modi comuni di vedere, perché il Messia è presente anche oggi ma in modi e persone che magari non ci si aspetta.

   Sopra il nostro mondo il cielo non è chiuso, anche se ci sono nubi minacciose… di violenza e morte (ma così non è!).

   C’è un’altra storia che Dio scrive servendosi di uomini e donne che seguono la sua parola, fiduciosi che il Vangelo può compiersi in loro e attorno a loro.

   La fede non risparmia la lotta e la fatica del Regno di Dio, ma rende consapevoli che la fine è l’inizio… come è stato della morte di Gesù (che è l’inizio della vita nuova!).

   La stessa cosa è stata per Maria e pure per l’umanità nuova che nasce dall’alto.