La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 28 agosto 2021 - Papa Francesco

XXII Domenica del Tempo Ordinario – B –

Letture: Dt 4,1-2.6-8 /Sal 14Giac 1,17-18.21-22.27 / Mc 7,1-8.14-15.21-23

Il nostro pensiero è in sintonia con quello di Dio?

 XXIITO  Una discussione dei farisei con Gesù si trasforma in un discorso pubblico alla folla e termina con un insegnamento alla cerchia dei seguaci. La domanda dei farisei era: Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi? Gesù risponde e prima insegna a chiunque (alla folla), poi, in particolare, alla comunità cristiana di ogni tempo.

   La tradizione è un accumularsi di regole e precetti lungo i secoli che, ad un certo punto, possono far dimenticare l’essenziale, cioè la volontà di Dio e il Vangelo.

   Ecco allora i farisei di turno. Sempre presenti, anche nella Chiesa, giudicano gli inadempienti, non vedono più le persone come fratelli, sono spietati a sentenziare sulle vite altrui.

   Gesù a questo punto dà una di quelle risposte che tagliano tante discussioni. Fa guardare all’essenziale e porta il discorso al centro del problema. Anziché usare una delle sue frasi pittoresche (come… la trave nel tuo occhio prima della pagliuzza), questa volta si serve di un’accusa fatta a suo tempo dal profeta Isaia: Bene ha profetato di voi: questo popolo mi onora con la bocca, ma il suo cuore è lontano da me!

   Gesù porta anche la comunità cristiana ad esaminarsi bene, proprio nella liturgia quando si loda il Signore, e a domandarsi: Il mio pensiero è in sintonia col pensiero di Dio? O è in dissonanza con le sue parole? Non succeda che Dio dice una cosa e noi si pensa il contrario e ci si prepari a fare tutt’altro di quello che Dio si aspetta?

   Quando Gesù si ritrova in privato e i suoi discepoli gli chiedono spiegazioni, dice: Non capite? Siete così privi di intelletto? Anche la comunità cristiana ha bisogno di capire meglio le parole del Signore. Anziché dare un giudizio su quelli di fuori, occorre sentire l’avvertimento per quelli di dentro.

   L’insegnamento di Gesù va capito prima di tutto dai discepoli (e dalla comunità cristiana di sempre), poi anche dagli altri. La religiosità dei farisei era tanto impegnata, non trascurava usanze e tradizioni, ma era superficiale: un popolo che mi onora con le labbra, ma il cuore è lontano da me, cioè manca una vera appartenenza a Dio, non si fanno le cose col cuore. Molte osservanze e tradizioni, smarrendo però la vera volontà di Dio.

   Se al giorno d’oggi vediamo cadere delle usanze (buone!), cerchiamo intanto di non smarrire mai la volontà di Dio, quello che piace a lui cioè la misericordia, l’amore, la retta intenzione.

   Cercheremo di pregare e anche di cantare con le labbra, e soprattutto preghiamo col cuore, in sintonia col cuore di Dio: quindi con umiltà, perché i Santi hanno sempre sentito la distanza abissale tra loro e la bontà di Dio, pur vivendo in sintonia con lui.

   Portiamo con noi ancora questo insegnamento del Signore Gesù (dopo quello del profeta): Non c’è nulla al di fuori che contamina l’uomo entrando in lui, ma che contamina è quello che esce dall’uomo (e non parlava di virus o altri veleni!).

   Attenzione ai virus malefici che sono elencati da Gesù: propositi di male, impurità, furti, adulteri, avidità, malvagità, inganno, invidia, calunnia, superbia, stoltezza… Insomma tutte cose cattive che vengono fuori dall’interno e contaminano.

   Sono tendenze che fanno parte della natura umana e non si possono eliminare del tutto. L’unico rimedio è la tendenza contraria, che va nella direzione opposta, l’amore: quello che manca ai farisei.