La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 4 settembre 2021 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

XXIII Domenica del Tempo Ordinario – B –

Letture: Is 35,4-7 /Sal 145Gc 2,1-5 / Mc 7,31-37

Dio va in cerca di tutti.

XXIIITO   Gesù passa attraverso territori pagani, a nord della Palestina. Territori della Fenicia e poi della Decàpoli. Fa guarigioni miracolose a favore di persone che gli ebrei consideravano escluse dalla salvezza (o che al massimo avrebbero dovuto esser salvate in un secondo momento).

   Questo fatto è lieta notizia, perché Dio va in cerca di tutti. Per Dio non ci sono precedenze (e anche se ci fossero, sarebbero per gli emarginati, come il sordomuto). Il sordomuto è tra quelli tagliati fuori dalla Parola di Dio (doppiamente!), perché non può sentire e nessuno lo cerca per metterlo al corrente delle cose.

   È buona notizia che Gesù cammini su territori poco frequentati. Il Signore cammina ancora sui nostri territori e si mette sempre sui nostri passi, raggiunge la lontananza di tanti (anche la nostra!) e dona quanto da soli non si è neanche in grado di cercare e sperare.

   Gesù si avvicina là dove gli uomini si trovano e rivela loro che Dio è amore, fa sua la loro condizione. La grazia ti tocca: tocca te, tocca me! Il suo Figlio è mano tesa che aiuta a liberarsi da quanto frena l’esistenza e mortifica la vita.

   Gesù dunque cammina in territori pagani e i suoi lo seguono. I suoi seguaci gli vanno dietro come i primi discepoli, e magari fanno fatica a capire. Prima del miracolo di guarigione, Gesù alza gli occhi al cielo per insegnare a noi che la salvezza è puro dono della grazia di Dio, è dono da chiedere e non da pretendere.

   Nel suo cammino al di fuori dei confini Gesù continua a invitare i suoi a uscire dalla cerchia per avvicinare chi è lontano, emarginato… chi non conosce il Vangelo.

   Gesù dunque precede i suoi con l’esempio. Il suo stile insegna che le persone vanno avvicinate con affetto, vincendo la fretta che al giorno d’oggi prende tutti.

   L’altro va reso nostro prossimo con bontà e tenerezza. Il suo dolore va alleviato con cura. È lo stile che si vede in Gesù c’è anche in molte persone che hanno maniera, hanno cuore e attenzione.

   Ci sono stati alcuni che hanno portato a Gesù il sordomuto. Erano pagani. Occorre che ci sia qualcuno che si fa carico della condizione degli emarginati, dei sofferenti, dei non credenti. Perché Dio entri nella storia degli uomini occorrono fratelli e sorelle che fanno da tramite.

   Il seguace di Gesù è spesso lui stesso un sordomuto bisognoso di esser preso in disparte dal Signore e guarito. La guarigione permette la comprensione del Vangelo e assieme spinge a uscire dalla cerchia delle persone solite e dal chiuso delle proprie preoccupazioni, a cominciar a sentire ciò che accade attorno e nell’animo della gente.

   Gesù dunque guarisce: la sua è opera creatrice di un mondo nuovo e di una vita nuova. Infatti la gente se ne accorge e dice: Ha fatto bene ogni cosa!, come quando Dio ha creato il mondo e alla fine di ogni giornata ha visto di aver fatto una cosa buona.

   La parola effatà, apriti, è detta nel battesimo dei bambini. Ce l’abbiamo con noi e Gesù ce la ripete oggi: Apriti!

   Il Signore ci faccia comprendere i fatti che lui compie e le parole che dice.

   Man mano che capiamo, si scioglierà il nodo della lingua e aumenteranno le parole buone, vere, confortanti e incoraggianti, per dire la buona notizia, chiaramente.