La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 27 novembre 2021 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

I Domenica di Avvento – C –

Letture: Ger 33,14-16 /Sal 24 / 1Ts 3,12-4,2Lc 21,25-28.34-36

Dio che viene

IAVV   L’anno liturgico che oggi comincia ci porta avanti, ci mette in cammino. È un cammino che fa salire perché ha prospettive di crescita. È un cammino in compagnia di Cristo e della sua grande comunità. Se si guardano gli anni che passano senza la prospettiva di questo camminare con Dio, si fa presto a cedere al fatalismo e alla rassegnazione, col rischio che prevalga l’idea del tempo che passa senza un senso. Il Vangelo dice di alzare lo sguardo, perché il Cristo c’è e viene.

   Mentre il pessimismo ci tenta e dice che tutto sta andando in rovina, in questo clima di scontentezza, con prese di posizioni estremiste e irrazionali. “Avvento” vuol dire “Dio viene”, c’è. Entriamo perciò nell’anno liturgico con la comunità cristiana che percorre il tempo con scadenze settimanali e ascolta la parola di Dio, la prega, la vive. Il ciclo di letture di quest’anno che inizia è quello dell’anno “C” col Vangelo di Luca da leggere e seguire passo passo. Ci guiderà a confrontare la nostra vita e a uniformarla sempre un po’ di più al Vangelo. Confronterà i problemi del nostro tempo con la lieta notizia di quello che è chiamato Vangelo della gioia (così è definito quello di Luca). Le parole di Gesù salveranno la nostra epoca, le daranno speranza, suggeriranno soluzioni ai problemi.

   Ci saranno poi le grandi feste, le ricorrenze più sentite: i momenti straordinari sono sempre di aiuto, ma gli incontri liturgici normali e settimanali (frequentati per quanto possibile) rincuorano e danno forza e serenità. Nel tempo liturgico che percorriamo ci sono, da subito, alcuni avvertimenti, pochi, semplici, chiari di Gesù: Non lasciatevi ingannare da falsi annunci che parlano diversamente dal Vangelo. Non seguiteli. Non vi terrorizzate per le cose che accadono. Il Signore verrà. Anzi, è accanto ogni giorno.

   Il giudizio universale e la venuta del Figlio dell’uomo: sono fatti che non vanno pensati solo per la fine del mondo, ma accadono continuamente.

   Quando ascoltiamo il Vangelo e ci lasciamo istruire e giudicare dalle parole del Signore, ci sentiamo ben consigliati e incoraggiati a proseguire. Dovremo sempre modificare un po’ la rotta in qualcosa, ma vedremo in questo dei veri progressi. Chi non ascolta il Vangelo e non se la sente di seguirlo, vive nella paura delle cose che accadono (morirà dalla paura) perché segue idee false e strade che non portano alla vita: ed è già giudicato!

   Chi segue e frequenta il Vangelo non ha paura del buio. Sa che ci sono momenti di prova e di oscurità, ma la fede è la piccola luce che illumina abbastanza per non perdersi. Nulla di quello che può capitarci nella vita è materiale di scarto, ma tutto può servire nella costruzione del Signore. Il Vangelo permette di costruire su un fondamento solido e sicuro. Permette di andar avanti col Signore e non rimanere fermi e ripiegati su sé stessi.

   Il ritorno del Figlio dell’Uomo in potenza e gloria ha bisogno di una precisazione importante, pena un grave fraintendimento. Questo ritorno in potenza non significa in alcun modo che Dio, alla fine, abbandonerà la strada dell’amore (che è parte della logica della Croce) per sostituirvi la logica della potenza. Se così fosse, la Croce non sarebbe più il centro del progetto di salvezza e seguire il Cristo crocifisso non sarebbe l’elemento decisivo del discorso… Allora l’amore sarebbe inutile: è quello che affermano i falsi profeti.

   Nulla di tutto questo! Il ritorno del Figlio dell’Uomo sarà il trionfo del Crocifisso che svelerà l’amore (non altro!) e produrrà salvezza vera.