La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 4 dicembre 2021 - Papa Francesco

II Domenica di Avvento – C –

Letture: Bar 5,1-9 /Sal 125 / Fil 1,4-6.8-11 / Lc 3,1-6

Viene la sua Parola

IIAVV   La predicazione di Giovanni Battista segna il punto d’inizio della salvezza. Luca indica la data con precisione: il 15° anno dell’imperatore Tiberio, quindi l’anno 28 – 29 d.C.. I dati sono esatti, ma poi Luca si dilunga con l’elenco dei governatori e delle regioni da loro dominate: la Giudea col procuratore romano, la Galilea col re Erode Antipa, le regioni a nord e a est governate da suo fratello Filippo e, per finire, la zona del Libano che fa capo alla città di Abilene.

   Perché tutto questo elenco? Per mettere in luce l’ambiente in cui compaiono Giovanni Battista prima e Gesù poi: una Palestina divisa e dominata dallo straniero. Luca intende mostrare che la vicenda di Gesù, esposta nel Vangelo, è al centro della storia, tutt’altro che marginale, ed ha significato non solo per gli ebrei ma per tutti i popoli.

   L’ambiente storico e geografico così descritto fa da sfondo a un evento (che è ancora preparatorio per la venuta di Gesù): è la venuta della Parola su Giovanni nel deserto.

   La prima pagina della Bibbia racconta che la parola del Signore scese sul caos e impresse un senso /una direzione al disordine. Ora la parola del Signore giunge di nuovo e imprime una svolta alla storia umana (tanto è vero che i cristiani sentirono il bisogno di dividere la storia in due: prima e dopo Cristo). Questa grande svolta impressa dalla Parola non è però visibile all’inizio: il mondo non se ne accorge neppure. Solo la fede può notarla. I grandi del tempo, che Luca nomina, non dettero alcuna importanza alla predicazione di Giovanni nel deserto, né alle folle che andavano da lui per ottenere il perdono dei peccati e promettere conversione. C’è già un insegnamento: imparare a puntare gli occhi sugli inizi, su piccoli germogli promettenti, e non guardare le cose clamorose già morte.

   Giovanni Battista non ha ancora detto niente, ma è scritto che la sua predicazione si ricollega a quella degli antichi profeti, e precisamente a Isaia: Preparate la via del Signore

   Luca fa un’aggiunta alla fine della citazione: Ogni carne vedrà la salvezza di Dio. Vuol dire che la salvezza sarà per tutta l’umanità. Luca non perderà mai l’occasione di dirlo.

   La parola di Dio si rivolge per ora in una regione particolare e a determinati uomini, ma non resta prigioniera di un luogo e di un tempo, rompe lo spazio in cui è risuonata e si rivolge all’umanità di ogni tempo.

   Una considerazione: Giovanni Battista è voce nel deserto, invito a preparare la strada al Signore. Giovanni fa la sua missione e poi si mette da parte. È l’umiltà dei grandi santi che hanno fatto fiorire i pochi metri di deserto in cui si trovavano: s. Francesco d’Assisi, Caterina da Siena, Teresa di Calcutta… C’è il deserto del piccolo mondo in cui ognuno vive da far fiorire: sassi da togliere sulla strada del Signore, cuore insensibile e a volte duro, ostacoli alla fratellanza e alla riconciliazione… C’è la grande storia, dei grandi personaggi, e c’è un’altra storia da scrivere nel nostro piccolo dove tracciare vie nuove, insperate, ignote, mettendo in pratica la parola di Dio.

   Un’altra considerazione: la parola di Dio venne sul Battista nel deserto. Proprio nel silenzio assoluto del deserto dove non c’è anima viva. Dove non c’è parola d’uomo, si può ascoltare l’unica parola solida e vera.

   A mandare avanti la storia non c’è quello cha fa chiasso, ma quello che è vero, non quello che si impone sulla scena, ma quello che scava dentro l’uomo.