La riflessione festiva

Pubblicato giorno 7 dicembre 2021 - Papa Francesco

Solennità dell’Immacolata Concezione della B. V. Maria

Letture: Gen 3,9-15.20 /Sal 97 / Ef 1,3-6.11-12 / Lc 1,26-38

Maria: spazio per la venuta di Dio nel mondo

IMM   Questa pagina che abbiamo letto non è propriamente un racconto, ma un dialogo. I dati sono minimi. Il luogo è Nazareth: il dialogo tra l’angelo e Maria è avvenuto in un luogo e in un tempo: il sesto mese da quando Elisabetta è rimasta incinta.

   Maria è definita vergine e fidanzata, promessa sposa a un uomo della casa di Davide: per Gesù è un dato importante quello dell’appartenenza alla casa del re Davide. Vergine e sposa sono due contrari. Come è possibile? Il lettore si aspetta una spiegazione… che arriva presto: Lo Spirito e la potenza dell’Altissimo. Sorprende il silenzio su tutti gli altri particolari: non è detto delle preghiere di Maria, della sua attesa del Messia, del luogo preciso in cui si trovava, di che cosa stesse facendo. L’attenzione è tutta sulle due figure, l’angelo e Maria, e sulle parole che si sono detti.

   Rallegrati, piena di grazia. Altre volte nella Bibbia, quando Dio chiama a una missione, c’è l’invito alla gioia. Il motivo sta nel contenuto della notizia lieta, che è subito detto: la presenza del Signore e il suo amore gratuito e fedele.

   Piena di grazia vuol dire “colmata dalla grazia”, cioè sei amata da Dio stabilmente e gratuitamente. Piena di grazia è il nome nuovo di Maria che contiene anche la sua missione.

   Il Signore è con te: questo è anche il nome di Dio, “Colui che c’è”. Quando Dio affida una missione, assicura sempre la sua presenza che, tuttavia, non sottrae alle difficoltà né alla debolezza. È comprensibile perciò se Maria fu turbata: vuol dire che c’è un turbamento in lei che rasenta l’agitazione e lo sconcerto. È la relazione naturale dell’uomo di fronte al divino e alla missione proposta. Non c’è solo sconcerto in Maria, ma un dibattito interiore prolungato: Si domandava che senso avesse un tale saluto, cosa non chiara che suscita interrogativi.

   Dio trova in Maria uno spazio sufficiente per entrare nel mondo. Dio risponde così all’umanità che non crede (ben rappresentata in Adamo ed Eva): non con minacce, ma con una persona accogliente, che ascolta e si fida. L’umanità è sempre in crisi di fede, invece Dio non conosce mai crisi di fede nell’uomo perché non conosce mai crisi di amore. Non smetterà mai di credere che l’uomo possa ancora essere all’altezza dell’idea del Creatore su di lui. Al contrario di Eva, Maria non si è mai sottratta alla relazione col Signore e quindi non ha mai prestato attenzione alla voce del Maligno.

   Se vogliamo appropriarci del progetto iniziale che Dio ha pensato per ciascuno, occorre imparare ad ascoltare col cuore e non solo con le orecchie. Occorre anche provare turbamento, come Maria, e farci delle domande.

   La parola del Signore tocca dentro, nel profondo. Solo quando si resta indifferenti non crea turbamento. Ciascuno dirà Come è possibile? Non sono capace. L’angelo invita a fidarsi e dirà, come a Maria: Lo Spirito Santo scenderà su di te.

   Pregando, usiamo le parole di Maria: Come avverrà questo? Sono le parole della richiesta di aiuto. Non temiamo la sproporzione tra la richiesta del Signore e il limite nostro e non cerchiamo scuse per tirarci indietro. Maria non si è tirata indietro, e così ha interrotto la fuga degli uomini da Dio, quella fuga che era cominciata dall’inizio: Adamo, dove sei? Con Maria possiamo dire, senza paura: Eccomi.

   La paura è frutto del peccato, è frutto della fuga da Dio a cui assistiamo continuamente. La fiducia, viceversa, è segno della grazia.

   Maria dice sì a diventare Madre di Dio, ma dice sì anche a diventare quello che ogni persona è chiamata a diventare: spazio che accoglie Dio.