La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 26 dicembre 2021 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

Domenica fra l’ottava di Natale – C – SANTA FAMIGLIA DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE

Letture: 1Sam 1,20-22.24-28 /Sal 83 / 1Gv 3,1-2.21-24 / Lc 2,41-52

Non sapevate? È necessario….

SF   Meraviglia trovare Gesù dodicenne in mezzo ai maestri della Scrittura. Tutti si meravigliano dell’intelligenza e delle risposte del ragazzo. Le domande che uno fa sono segno di intelligenza e non tanto un segno che uno sa tante cose. Le risposte sono segno che uno ha studiato. Non si pensi a Gesù come a un ragazzo-prodigio (enfant prodige): ha dovuto imparare e studiare come tutti. Il senso dell’episodio letto nel Vangelo sta tutto nella domanda della madre e nella risposta del figlio: Figlio, perché ci hai fatto questo?. – e – Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio? Dopo questa risposta è scritto che i genitori non compresero, tanto era profonda la rivelazione che essa conteneva. Dicendo “tuo padre”, Maria pensava a Giuseppe. Dicendo “mio Padre”, Gesù pensava a Dio. il contrasto è significativo, quasi duro.

   Non sapevate che è necessario che io sia nelle cose del Padre mio? La traduzione letterale è questa. Gesù dichiara che la sua obbedienza è senza riserve al Padre. Le cose del Padre possono essere la casa, gli interessi, i desideri, la volontà, i progetti del Padre. Che io sia nelle cose del Padre è più che un semplice occuparsi delle cose del Padre (come è tradotto). C’è in questo l’atteggiamento di tutta la persona e l’esistenza.

   È necessario: più avanti indicherà la sua obbedienza fino alla Croce. È la rivelazione più sconcertante, la più difficile da capire. Gesù è Messia e Figlio, ma quale Messia e quale Figlio? La strada di Gesù verso la Croce divide, perché svela un Dio che non è quello immaginato, conforme agli schemi religiosi e morali consolidati. Ma essi non compresero, che cosa non compresero? Maria, la 1^ credente è al tempo stesso colei che non comprende. Lei è pienamente credente fin dal principio: non è passata da una fede esitante a una fede forte. Tuttavia come ogni credente anche Maria ha avuto un percorso, ha seguito il cammino di Gesù che a poco a poco ha svelato di essere Figlio di Dio, ma in modo inatteso e sconcertante di essere Figlio di Dio: è il cammino della fede di ogni discepolo.

   Di ambedue i genitori è detto che non compresero, ma solo di Maria si dice che custodiva tutte queste cose nel suo cuore. La fede non richiede che subito si comprenda, però richiede che tutto venga custodito. Non si può conservare alcune parole di Gesù e altre no. Non bastano i miracoli, né i discorsi, né basta la Croce da sola: il mistero si mostra nell’insieme, non nei singoli particolari.

   Gesù dodicenne con la sua risposta e il suo atteggiamento ha destabilizzato la famiglia, costringendo i genitori a riconsiderare il loro essere padre e madre. Ma costringe anche tutti noi a riconsiderare il nostro ruolo di genitori e educatori e pure di figli. Non è che “essere nelle cose del Padre” sia anche per noi il senso vero di tutto il nostro vivere e faticare? E non qualche parentesi soltanto? Essere nelle cose del Padre equivale a essere nelle sue parole, nel suo amore, nei suoi progetti.

   I genitori ce la mettono tutta per fare bene nel ruolo che hanno, usando il freno ma anche con l’acceleratore, gli ammonimenti e anche gli incoraggiamenti. Poi però c’è l’ansia… anche il dovere di farsi da parte, perché anche Dio, quando ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza, ha scelto di lasciare spazio al dono della libertà e responsabilità dell’uomo, magari a costo di mettere in conto che l’uomo subisce il fascino del Divisore con tutte le sue bugie.

   Chiediamo la grazia di coniugare bene le cose di Dio e le cose dell’uomo, come la famiglia di Nazareth… di collegare bene come genitori e come giovani le cose di Dio e le cose dell’uomo.