La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 5 febbraio 2022 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

V Domenica del Tempo Ordinario – C –

Letture: Is 6,1-2.3-8 / Sal 137 / 1Cor 15,1-11 / Lc 5,1-11

Non temere!

VTO   Hanno lavorato tutta la notte, per niente! Sono i pescatori del lago. Non sono di buon umore. Specialmente quello che sembra il loro capo, Simone: chi ha il coraggio di avvicinarlo oggi? Gesù ha il coraggio di avvicinarsi proprio a lui e di chiedergli un favore: spostare un po’ la sua barca per salirvi su e da lì esser visto dalla gente mentre predica.

   Bravo Simone, che lo accontenta, incavolato com’è! Bravo Gesù che fa coincidere l’ora della grazia con l’ora dell’insuccesso e del cattivo umore. Mentre lavano le reti, le puliscono dalle alghe e dalle immondizie attaccate… i pescatori finiscono loro nella rete di Gesù. Lui parla alla gente e la sua buona notizia scende nell’animo dei proprietari della barca. La parola mette pace soprattutto nell’animo esacerbato di Pietro. Questo è l’effetto che il Vangelo può fare quando ci si trova a un punto morto, la nostra barca è vuota, il curriculum registra insuccessi e fallimenti. Allora si scopre che qualcuno ha bisogno di noi, quando nessuno punterebbe ancora su chi ha faticato invano ed è abbastanza demoralizzato.

   Pietro sa che Gesù è un personaggio importante. È onorato della sua amicizia, onorato di averlo sulla sua barca… ma lui fa il suo mestiere e Pietro il suo, Gesù va per la sua strada a predicare e Pietro pensa al suo lavoro perché deve mangiare. Pietro non ha ancora riconosciuto Gesù per quello che è veramente. Il capo dei pescatori lo riconosce quando deve mettere da parte la sua competenza, riguardo al suo mestiere, e capisce che l’uomo salito sulla sua barca è il Signore, mentre lui è soltanto un peccatore. Peccatore non vuol dire che era un malfattore né un delinquente: era solo uno che andava per la sua strada senza rapporto con Dio. Pensava: Dio esiste ma io, adesso, ho altro da fare!

   Gesù, allontanati da me, perché sono un peccatore! Gesù gli risponde, come prima cosa: Non temere! Poi gli dice che ha bisogno di lui.

   Gesù ha sempre qualcosa da chiedere a uno che pensa di non aver più niente da dare… perché ha fatturato zero, ha patito una delusione, ha mani vuote.

   Gesù alla donna samaritana chiede un bicchier d’acqua, a Zaccheo di entrare in casa sua. A Pietro affida il suo popolo nonostante lo abbia tradito. Gli apostoli sono mandati nel mondo anche se sono ancora increduli.

   Sarete pescatori di uomini: oggi Gesù lo dice a tutti quelli che vanno a messa.

   Gettate la rete, cioè fate rete perché siete in tanti. Date qualche briciola di Vangelo vissuto e tutto il mondo ne avrà beneficio. C’è tanta insipienza in giro e ci vuole un po’ di sale: lo siete voi!

   Mostrate che differenza c’è tra chi fa salire il Figlio di Dio sulla sua barca e chi non ce l’ha con sé a bordo.

   Pietro intuisce che la fiducia datagli dal Signore permette la sua riuscita. Comprende che la fiducia accordata da Cristo moltiplica le forze agli uomini, ma prima di tutto è la fede del Signore in noi che accende la nostra fede in lui.

   La forza della nostra fede è legata a questa scoperta: che lui ha fede in noi.

   Di fronte a questa fiducia di Dio verso gli uomini, si vede la nostra distanza e il bisogno di essere purificati, risanati, indirizzati…

   Insieme a Pietro impariamo a conoscere Colui che ospitiamo sulla barca, Colui che è in grado di riempire non solo le nostre reti, ma la nostra vita.