La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 19 febbraio 2022 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

VII Domenica del Tempo Ordinario – C –

Letture: 1Sam 26,2.7-9.12-13.22-23 / Sal 102 / 1Cor 15,45-49 / Lc 6,27-38

Beati voi!

 VIITO  Luca nel suo Vangelo parla oggi di una “giustizia nuova” che è molto diversa da quella corrente. Matteo fa un discorso parallelo, ma fa il confronto con la giustizia dei farisei essendo in ambiente palestinese. Invece Luca scrive ai Greci e ai Romani, cioè proprio agli Europei: Luca, come abbiamo letto, fa il confronto tra quello che devono essere i discepoli di Gesù e il mondo (parla dei “peccatori” che sono i pagani… ma spesso anche noi cristiani la pensiamo come loro!).

   La giustizia normale è questa: “chi sbaglia, paga”; chi fa un danno, risarcisce in modo equo; chi ha un debito, restituisce… Questa è la giustizia normale, condivisa anche da noi e regolata da leggi civili. Ma si considera normale anche “farsi valere”; è istintivo farla pagare a chi ti fa un torto e “legarsela al dito”. Porgere l’altra guancia? Si mettono a ridere.

   Gesù propone una “giustizia nuova”. Parla di un modo nuovo di regolare i rapporti: non più con la giustizia “vecchia” della parità del dare e dell’avere. Parla di un nuovo criterio che rompe i confini stretti della parità reciproca: Gesù sconvolge completamente il criterio comune.

   Lo sconvolgimento avviene ad esempio nel perdonare: un criterio che va molto al di là della semplice rinuncia alla vendetta. Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi fanno del male, pregate per coloro che vi trattano male. Porgete l’altra guancia… Vengono suggeriti quattro atteggiamenti positivi, e molto alternativi, da assumere nei confronti dell’avversario: amarlo, fargli del bene lo stesso, benedire e pregare per lui.

   È da notare che il nemico e avversario non è una figura eccezionale, che si incontra molto raramente, ma uno che magari sparla di te, ti odia e ti tratta male.

   Il “nemico” che Gesù insegna ad amare è la persona ostile che sta sotto casa. Offrire l’altra guancia, non rifiutare la tunica, prestare… sono esempi che confermano un modo nuovo di costruire rapporti tra persone.

   Qui vengono messe in discussione le regole che consideriamo giuste e che servono per una convivenza serena, come restituire quello che ci è prestato…

   La “nuova giustizia” di Gesù esce da questi schemi e tende alla gratuità: questa è la differenza tra il discepolo e il mondo, tra il seguace di Gesù e il peccatore. Amare chi ci ama e prestare a chi restituisce è la giustizia dei peccatori e dei pagani, non del seguace del Vangelo.

   Gesù ha un criterio veramente diverso dal nostro. Il criterio della giustizia di Gesù è quello del comportamento del Padre: il Padre ha per l’uomo un amore gratuito e indifferenziato verso tutti ed è “benevolo” anche verso gli ingrati e gli ingiusti.

   L’atteggiamento benevolo dice l’amore attento, mite, accogliente, che non fa pesare ciò che dona. Tutto poi è riassunto in una battuta conclusiva: Diventate misericordiosi come misericordioso è il Padre vostro.

   Le proposte di Gesù sono tante vie d’uscita per tante situazioni. Fare del bene anche a chi non se lo merita: è il modo migliore di prevenire il male.

   L’uomo è più grande del male che riesce a fare. Può prender coscienza del male che fa e ravvedersi.

   San Giovanni XXIII: Bisogna sempre distinguere tra l’errore e l’errante.

   A chi vuol trattarti da nemico, tu trattalo da fratello e ti sentirai cristiano.