La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 5 marzo 2022 - Papa Francesco

I Domenica di Quaresima – C –

Letture: Dt 26,4-10 /Sal 90 /Rm 10,8-13 /Lc 4,1-13

Dedizione totale al Padre.

   Cominciamo la Quaresima con le tentazioni di Gesù, che lo investono all’inizio della sua missione, e la termineremo con la prova del Getsemani. Tentazione o prova sono la stessa cosa. Tentazioni e prove sono esperienze che toccano anche noi e che condividiamo con l’esperienza fatta da Gesù.

Satana non cerca (apparentemente) di distogliere Gesù dal suo compito di Messia, ma gli vuol facilitare la strada. Gli suggerisce miracoli e qualcosa che fa colpo sulla gente: gettarsi dal pinnacolo, moltiplicare i pani, dominare il mondo. Sono metodi più convincenti per Satana, ma non per Gesù.

Essere Figlio di Dio, per Gesù, esprime obbedienza al Padre e dedizione totale al Padre. Invece per Satana (e non solo per lui!) essere Figlio di Dio significa poter disporre della potenza divina a piacimento e per la propria gloria.

Facendo il confronto con la prova del Getsemani, la prova ora è la passione imminente: la vita spezzata, la missione interrotta prima di poterla concludere… è per Gesù il momento del fallimento, perché i discepoli sprofondano nel sonno e più tardi lo abbandonano.

Rifiutando la proposta di Satana nel deserto, Gesù ha percorso con decisione la strada tracciata da Dio, fidandosi unicamente della sua parola, ma ora proprio quella strada sembra non conclusa e perdente. La prova del Getsemani è molto più dolorosa di quella del deserto. Là era in gioco la scelta tra la fiducia in Dio e la fiducia nell’uomo, qui è il momento in cui sembra che la fiducia in Dio non premia.

Le reazioni di Gesù sono diverse: nel deserto sembra che la prova neppure lo sfiori (Gesù è sereno), nel Getsemani la prova lo tocca nel profondo della sua scelta e gli procura angoscia e smarrimento.

Gesù è commovente perché mostra di essere Figlio proprio nel momento dell’angoscia. Non nei gesti di potenza ma nel miracolo dell’obbedienza. Anche nell’angoscia riconosce la paternità di Dio e lo invoca con tenerezza e confidenza “Abbà”. Nulla da spartire con la figliazione divina suggerita da Satana e la figliazione divina manifestata da Gesù.

Tener presente questo e vigilare è, per la comunità cristiana e per ognuno, di grande importanza, perché se non si supera la prova del Getsemani si ricade nelle tentazioni del deserto. Se il cristiano non mette seriamente in conto la possibilità della Croce (che segna il fallimento agli occhi del mondo), non potrà che ripiegare sui suggerimenti di Satana… che consigliano vie più facili e più efficaci per raggiungere il successo.

   Vediamo alcuni esempi di tentazioni che incontriamo come comunità cristiana nel deserto della vita, e non solo nella Quaresima.

Qualcuno vorrebbe convincerci che nulla ha senso nella vita… Ci lasceremo convincere dal pensiero del mondo o dalla lettura delle cose che fa Dio?

Qualcuno vorrebbe far credere che solo per la via della prevaricazione ci si può far strada nella vita, non per la via dell’umiltà e della verità.

Qualcuno vorrebbe farti credere di farcela da solo, di non aver bisogno di nessuno, men che meno di Dio.

Qualcuno indica cose di pronto consumo e a portata di mano, senza aspettare i tempi lunghi delle promesse di Dio… con la differenza che se le cose andassero male, Dio non ti abbandona, ma il suggeritore (Satana) si smarca subito.