La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 2 aprile 2022 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

V Domenica di Quaresima – C –

Letture: Is 43,16-21/Sal 125/Fil 3,8-14/Gv 8,1-11

Chi è senza peccato?

   Al centro della scena c’è la donna accusata. L’accusa è di adulterio (tradimento del matrimonio): una colpa che prevedeva la pena di morte. La scena è propria di una società primitiva e crudele (ma scene crudeli e primitive le abbiamo sotto gli occhi anche al giorno d’oggi!). Gesù è lì in mezzo, coinvolto anche lui. Anzi è lui al centro del discorso, neanche la donna né il peccato e la possibilità di rimedio, di conversione.

Gesù è al centro e tace in modo inspiegabile. Il vero accusato è lui ed è già condannato, anche se non ha fatto niente di male… come riconosce uno che è stato crocifisso con lui!

Sotto accusa è Gesù per l’atteggiamento che ha. Il tranello è ben congegnato. Dirà di condannare (lapidare) la donna? Allora dov’è la sua vantata bontà verso i peccatori? Dirà di perdonarla? Ma allora è contro la legge! Vogliono una risposta chiara: Tu, che ne dici? C’è una differenza tra farisei-maestri della legge e Gesù: una differenza di stile. I primi trascinano la donna in piazza, la umiliano, la accusano. Gesù tace, scrive per terra come fosse distratto… in realtà tace come per dire che occorre pensare prima di parlare, che il silenzio è meglio dei giudizi affrettati, che non bisogna lasciarsi trascinare dalla foga e dall’opinione della massa.

Ma qui c’è il silenzio di Dio: è un silenzio importante! Nella Bibbia si prega perché Dio non se ne stia in silenzio: Se tu non mi parli, io sono morto, dice il salmo. È un silenzio che permette di riflettere e di ricordare le parole di Dio.

La risposta di Gesù è una domanda (spesso Gesù risponde con un’altra domanda): Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra. La risposta di Gesù si capovolge in domanda, una domanda tagliente: chi è senza peccato?

Gesù ha capovolto il giudizio. Il giudizio non riguarda solo quella donna, ma tutti. E poi, perché solo la donna e non anche l’uomo? E poi, non è solo questione di adulterio. I profeti parlano di adulterio quando l’uomo si stacca dall’amore di Dio e tradisce la fedeltà a lui.

Quando tutti se ne sono andati, cominciando dai più anziani, Gesù fa un’altra domanda. Si rivolge alla donna, ma non per accusarla bensì per perdonarla: Nessuno ti ha condannata? Neanch’io ti condanno. Prima il perdono (neanch’io ti condanno) e dopo – ma solo dopo – l’invito alla conversione (D’ora in poi non peccare più).

Gesù riconosce che quella donna ha commesso peccato (Va’ e non peccare più), ma riconosce altre cose: che peccatori sono tutti, non solo quella donna; che l’adulterio di una donna non è diverso dall’adulterio di un uomo; e soprattutto che il perdono è indispensabile per tutti, anche per quella donna come per gli altri.

Vediamo perciò che al centro non è il peccato, ma il comportamento di Dio verso il peccatore.

Come Chiesa siamo chiamati ad essere immagine di Gesù. In questi anni abbiamo sentito parlare spesso di misericordia, specialmente dal Papa. Assieme a misericordia abbiamo sentito parlare di pacificazione, di pace e di perdono: perdono ricevuto e perdono da dare.

In questo momento bisogna far attenzione a non essere Chiesa del giudizio e della condanna, perché si sarebbe immagine più dei farisei e degli scribi. È facile mettersi a giudicare, specialmente quando si guarda agli altri…