La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 16 aprile 2022 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

DOMENICA DI PASQUA – RISURREZIONE DEL SIGNORE

Letture: At 10,34.37-43 /Sal 117 /Col 3,1-4 /Gv 20,1-9

Risorgono coloro che amano e credono!

 Annunciamo che Gesù è risorto. Proprio colui che era morto in Croce. Proprio quell’uomo disprezzato e rifiutato, perché annunciava un Dio diverso, perché ha ritenuto di onorarlo con una pratica di vita donata, vita diversa e, per molti, sovversiva e sconcertante.

Questo essere diverso di Gesù è stata la ragione della sua condanna a morte, malgrado egli avesse cercato di mostrare che nel suo modo di vivere e agire si rispecchiava il volto vero di Dio.

Così la risurrezione diventa la vittoria di un preciso modo di vivere: quello stile di vita incarnato in Gesù.

La risurrezione non si riduce a una generica vittoria della vita sulla morte. La risurrezione è il punto più alto di una vita donata. È la conferma di un giusto processo di vita tracciato da Gesù. La risurrezione è il punto di arrivo di una vita che ripercorre il cammino del Crocifisso. Solo una vita donata conduce alla vita piena e senza fine.

In questo modo, oggi annunciamo che a vincere la morte è la vita degli onesti, di coloro che si donano, è la vita di coloro che sembravano sconfitti perché l’amore pare speso invano, sembra inutile, sembra non costruire niente. Invece, proprio quell’amore inchiodato alla Croce ha vinto la morte.

La risurrezione fa posto a una conversione profonda: Dio ha fatto risorgere colui che noi abbiamo rifiutato. La pietra scartata è diventata la pietra angolare.

Non basta dire che risorgeremo: in realtà risorgono coloro che amano e credono in certe cose che il mondo deride e giudica improduttive.

La Pasqua vince la rassegnazione. Interrompe il pensiero che la nostra vita ormai è così e che il mondo va così.

La Pasqua di Gesù ha interrotto il meccanismo per cui gli eventi sono ineluttabili.

Credevano che per Gesù ormai non si potesse far altro che imbalsamare un morto. Pietro e Giovanni si sono misurati con qualcosa che ha preso tutt’altro corso.

Se guardiamo la tomba aperta e vuota con occhi umani, non riusciamo a darcene una spiegazione. Abbiamo bisogno di guardare aiutati da ciò che Gesù aveva promesso: il Figlio dell’Uomo risusciterà.

La potenza del Signore fa sì che conosciamo un altro sbocco che va oltre a quello che riusciamo a vedere.

La potenza del Signore può rimuovere la pietra di fatti scoraggianti (come quelli che oggi viviamo!) e che ottundono la mente e raggelano il cuore.

Solo il Signore rimuove la pietra della tristezza. Gli occhi della fede sono gli unici in grado di riconoscere che certi macigni possono essere spostati.

Lo sguardo della fede è in grado di intravvedere Dio stesso all’opera nella vita di molte persone. Gli occhi della fede ci salvano dal mettere pietre tombali su persone, speranze, futuro e forse anche su noi stessi.

Solo gli occhi della fede cambiano quelle relazioni tra noi che si nutrono di discordie, di egoismi, di incomunicabilità e divisioni di ogni genere.

Con la solenne liturgia della Pasqua chiediamo la grazia di non restare appesi alla croce del nostro immobilismo, ma di rimodellare la nostra vita alla luce del Signore risorto e di ripartire per vivere in pienezza la nostra vita in Cristo.