La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 11 giugno 2022 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

SANTISSIMA TRINITÀ – C –

Letture: Pr 8,22-31 /Sal 8 /Rm 5,1-5 /Gv 16,12-15

La carta d’identità di Dio.

   Ci si può domandare: Chi è veramente Dio? Si può avere una sua definizione? La carta d’identità? Oggi celebriamo Dio come SS. Trinità.

Se cerchiamo nella Bibbia non ci è data l’identità di Dio, ci è dato invece di vedere ciò che Dio fa, e come fa. Dio è entrato nell’esistenza di persone ed esse hanno fatto esperienza del Dio di Gesù Cristo, e prima avevano fatto esperienza del Dio di Abramo e dei Profeti.

A noi è dato di entrare nella loro esperienza per dire anche noi, in base alle esperienze narrate, chi è Dio per noi e dirlo da noi stessi. Dire che si è fatto conoscere, si è fatto capire, ha fatto sentire anche a noi una chiamata, non è stato impaziente, ha aspettato e tuttora aspetta con pazienza infinita. Forse si ha a volte l’impressione che si nasconda o che si faccia aspettare… è probabile invece che siano gli uomini a farsi aspettare da lui o a nascondersi.

Il Vangelo ricorda l’ultima sera di Gesù coi suoi, la notte in cui prendeva congedo da loro, e ci fa intravedere come Dio, il Padre e il Figlio, opera: Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Gesù è ben consapevole della crescita reale dei suoi, non all’altezza per ora, non in grado di seguirlo fino in fondo.

Tuttavia questo non aveva condizionato il suo continuare a sceglierli e ad aver fiducia in loro e ad amarli come aveva sempre fatto. Per questo non si sentono da lui né parole di accusa né parole di rimprovero. Certo il desiderio di Gesù sarebbe stato quello di far capire di più il senso di tutta la sua vita e della sua missione, ma conosceva l’incapacità di reggere una tale rivelazione da parte loro.

Gesù avrebbe voluto un coinvolgimento maggiore, ma sapeva che non poteva pretenderlo. Qui si capisce chi è Dio, qual è il suo animo, l’amore paziente: accoglie quanto uno può dare al momento. La pazienza infinita di Dio aspetta e non pretende che subito uno sia pronto a soddisfare quanto richiesto. Ecco un tratto dell’identità di Dio: la sua attenzione ai tempi dell’uomo. Noi stessi possiamo forse dirlo! Quanto Dio ha aspettato… e forse ancora aspetta!

    Per il momento non siete in grado… Questa situazione di incapacità è solo momentanea, perché verrà lo Spirito della verità. È lo Spirito stesso di Dio, il suo animo e la sua benevolenza che si diffonderanno.

Quando il discepolo fa esperienza della benevolenza di Dio, dell’amore pieno e totale, sarà capace di lasciarsi alle spalle l’incredulità e l’isolamento, la fatica di non conoscere e non reggere il peso.

   Per il momento non siete capaci… Mentre attendiamo che lo Spirito si manifesti, non si deve perdere la fiducia, non si deve pensar di essere incapaci di sintonia con l’animo di Dio e col suo Spirito. Dio attende la nostra maturazione e, a nostra volta, noi con pazienza ad attendere la maturazione dell’altro.

   Non siete capaci, vuol dire non siete capienti! Occorre farsi disponibili ad accogliere il dono di Dio. Lui vorrebbe donare ai suoi ogni cosa, ma perché questo avvenga, occorre dilatare lo spazio interiore.

Lo Spirito non cessa di portare le persone nella vita di Dio e di comunicare loro lo stile del Figlio, Gesù, ma per tutto questo ha bisogno di spazio.