La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 18 giugno 2022 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO (ANNO C)

Letture: Gen 14,18-20 /Sal 109 /1Cor 11,23-26 /Lc 9,11-17

La fatica di Dio perché l’uomo possa avere l’indispensabile per vivere.

   Del pane si parla nelle prime pagine della Bibbia: Ti guadagnerai il pane col sudore della fronte. La storia vecchia quanto il mondo ha iniziato un percorso nuovo, col Vangelo, ha fatto una svolta: c’è l’offerta di un pane spezzato da parte di Gesù: Prendete, questo è il mio corpo. Al sudore dell’uomo, che si guadagna il pane, subentra il sudore di Dio: è la fatica di Dio perché l’uomo possa avere quello che è indispensabile a vivere.

Prima cosa che Gesù fa: accoglie tutta quella gente che lo cerca. Avevano cercato apposta un luogo deserto per star soli, lui e i suoi, invece la folla li ha rintracciati.

Gesù dà volentieri il pane della sua accoglienza, il pane della parola che salva, che ascolta e guarisce i mali che affliggono l’umanità. Gesù parla del Regno di Dio e guarisce i malati. Venuta la sera, Gesù moltiplica il pane e i pesci per questa gente, ma prima parla del Regno di Dio: la Parola al primo posto.

Il miracolo della moltiplicazione dei pani è importante perché tutti gli Evangelisti lo riportano, ma è un segno: non l’esaltazione della potenza di Gesù (cinquemila uomini, dodici ceste di pezzi avanzati…).

È segno di chi è Gesù. È segno di come dovrebbe essere a sua volta il discepolo.

I discepoli attorno a Gesù riferiscono quello che vedono, ma per Gesù questo coinvolgimento non basta. Dicono: Manda la gente a comprarsi da mangiare nei villaggi. Gesù risponde: Date voi stessi da mangiare a loro.

C’è un coinvolgimento pieno e diretto da accettare… e questo è Vangelo: l’attenzione e la sensibilità ai bisogni altrui non bastano, anche se è già qualcosa.

Gesù rivela come Dio vorrebbe il mondo. Non vuole semplicemente sfamare la gente. Secondo i discepoli, la gente avrebbe dovuto comprarsi da mangiare, per Gesù, invece, il comprare va sostituito dal condividere: questo significa che devono cambiare le relazioni tra persone, tra te e gli altri, tra te e le cose. Ognuno è responsabile dell’altro e perciò è coinvolto nel suo bisogno.

Il problema del pane per tutti è problema mio/tuo e non soltanto degli affamati.

Le cose che possiedo, fossero solo 5 pani e 2 pesci, sono doni di Dio da godere con gli altri.

Lo schema del comprare crea i fortunati e gli sfortunati: alcuni hanno molto, altri poco, altri niente. Occorre passare alla logica del condividere: se anche i discepoli avessero comprato (Andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente?!) avrebbero compiuto un gesto di carità, encomiabile, ma non un segno che introduce una logica differente nei rapporti e un segno rivelatore del volto nuovo di Dio.

La logica dei discepoli è: ognuno pensi a sé stesso; Gesù fa il contrario, insegna a andar oltre la propria fame. Non moltiplica il cibo, ma la disponibilità di alcuni a prendersi cura della fame degli altri. Quando questo accade, è un miracolo!

Quello che abbiamo forse è poco: 5 pani e 2 pesci. Forse ci vergogniamo, anche, ma è quanto basta. Il Signore vuole che mettiamo a disposizione il nostro zaino che contiene le nostre energie, la nostra intelligenza, il nostro cuore e i nostri sentimenti.

La chiamata è qui: mettersi a disposizione. Non puoi mai dire di non aver niente. Hai sempre molto, nella tua povertà. Hai a disposizione te stesso!