La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 3 luglio 2022 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

XIV Domenica del Tempo Ordinario – C –

Letture: Is 66,10-14 /Sal 65 /Gal 6,14-18 /Lc 10,1-12.17-20

Il cristiano deve parlare per primo…

   Gesù sceglie altri 72 discepoli e li invia… Sapevamo dei Dodici apostoli, inviati al popolo d’Israele, alle 12 tribù… (almeno in un primo momento, perché poi anche i Dodici saranno inviati a tutti i popoli, fino agli estremi confini della terra). Il numero 72 era, per la tradizione ebraica, il numero dei popoli del mondo.

I discepoli, chi sono? Tutti coloro che seguono il Maestro. Lo seguono stando vicino a Gesù, pendono dalle sue parole: coloro che fanno così sono tutti discepoli e discepole, e sono inviati a 2 a 2, incaricati della missione che così veramente arriva dappertutto.

Inviati da Gesù davanti sé, in ogni città e luogo dove stava per recarsi… e dov’è quel luogo dove Gesù non voglia recarsi? Compito di tutti i discepoli è di precedere Gesù: Li mandò davanti a sé. Dovevano dire che il Regno di Dio è vicino.

C’è la scena dell’andare e del disperdersi dei discepoli per il mondo, in mezzo alla gente. Non sono i popoli che devono incamminarsi verso i discepoli, ma i discepoli che si mescolano tra i popoli. L’idea è di una missione senza limiti, di un servizio che non seleziona e non distingue.

Il cristiano non deve accontentarsi di parlare del Regno di Dio soltanto se cercato e interrogato, deve piuttosto prendere l’iniziativa e parlare per primo. Cerca di suscitare le domande e non si accontenta di dare risposte.

Cosa deve pensare il discepolo? Che è urgente annunciare Gesù e il Regno di Dio. Che il compito ha una vastità e un’urgenza che si avvertono grazie alla preghiera e sgorgano dalla preghiera: Pregate il padrone perché mandi operai.

È proprio necessario pregare, come prima cosa, data la vastità del compito.

L’urgenza e la vastità sono sottolineate anche da un altro avvertimento: Non salutate nessuno… Vuol dire che non c’è tempo per conversazioni lunghe e inutili, per cose secondarie.

Il discepolo si concentra sull’essenziale e non ha tempo da perdere.

Un altro atteggiamento suggerito è la povertà: Non portate né borsa, né bisaccia, né sandali

Un altro atteggiamento è la consapevolezza di una situazione di sproporzione, e anche l’accettazione di essere come pecore in mezzo ai lupi. Il confronto col mondo non è ad armi pari.

Occorre aver fede nella forza della parola di Gesù che abbiamo tra le mani, anche se questa ci sembra inadeguata al compito. Occorre sottrarsi alla tentazione di servirsi di una potenza mondana per rendere più efficace la Parola che si annuncia.

La mancanza di fede impedisce troppe volte alla Parola di manifestare la forza di Dio che essa nasconde. Non dimentichiamo l’affermazione di S. Paolo: Dio agisce nella debolezza, non nella forza degli uomini.

La vittoria finale del Regno è già avvenuta, perché Gesù dice: Vedevo Satana cadere dal cielo. Questo è motivo di speranza grande. Resta sempre vero, però, che il motivo profondo della nostra gioia non è la caduta di Satana, ma l’amore di Dio che ci assicura la salvezza: Rallegratevi che i vostri nomi sono scritti nei cieli.