La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 13 agosto 2022 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

XX Domenica del Tempo Ordinario – C –

Letture: Ger 38,4-6.8-10 /Sal 39 /Eb 12,1-4 /Lc 12,49-53

Vangelo: fuoco che accende.

 È evidente che quando Gesù dice di voler appiccare il fuoco sulla terra, è un modo di dire. Questo fuoco, Gesù, l’ha dentro di sé ed è un desiderio forte, che arde e lo spinge a fare tutto quello che fa.

Certamente il desiderio forte che anima Gesù è il bene di ognuno di noi, il contrario del bene e dell’utile cercati per sé. Il nostro vero bene è tutto ciò che il Padre desidera per noi.

Questo fuoco che Gesù ha dentro lo motiva nelle scelte e lo spinge a fare ogni passo che fa. La passione che Gesù ci mette per cercare ogni uomo non può essere contenuta dentro di lui. La vuol trasmettere a tutti.

Gesù vorrebbe trasmettere anche a noi la stessa passione che attraversa il cuore di Dio. Vorrebbe vedere sui nostri volti la certezza che Dio ama appassionatamente ognuno e vorrebbe fare in modo che nessuno si smarrisca a rincorrere cose che non saziano. Gesù vorrebbe renderci partecipi delle stesse motivazioni che animano lui, in modo che ognuno ritrovi il senso del suo essere al mondo.

Il fuoco di Gesù è lo Spirito Santo, è il suo stesso amore. Per lasciarsi accendere dal suo fuoco c’è un prezzo alto: c’è una purificazione, una conversione. È come un essere immersi in un battesimo di morte e risurrezione per una vita rinnovata.

L’amore ha un prezzo alto perché, se è vero, ha la capacità di perseverare. Se è vero, si manifesta a volte come lotta contro ciò che vorrebbe deturparlo. Fa provare a volte la solitudine per non esser capito, o per non essere ricambiato.

È strano sentire Gesù che parla di lotta e divisioni tra familiari, ma è dentro noi stessi prima di tutto che lotte e divisioni si verificano.

Abbiamo questa prospettiva davanti: dichiararsi a favore o contro il Signore. Scegliere lui non è senza conseguenze: occorre rompere con tante cose che impediscono la vita vera.

C’è per ognuno l’incontro decisivo col Signore: se non c’è già stato, prima o poi ci sarà. C’è una differenza tra prima e poi: c’è la differenza cristiana, c’è la parola del Vangelo che viene presa sempre un po’ più sul serio.

Ci sono incontri decisivi e più significativi col Signore, ma anche quelli normali e quotidiani non sono privi di conseguenze: poco o tanto ci cambiano sempre.

La differenza cristiana è indicata dalla parola del Vangelo ed è spesso una voce fuori dal coro: ci sono quelli che la accolgono e quelli che la rifiutano.

È stato così a cominciare dal giorno di Pentecoste. Il fuoco dello Spirito ha spinto i discepoli a parlare e molti hanno aderito al Vangelo, altri invece si sono opposti e hanno snobbato i discorsi dicendo che i discepoli avevano bevuto di mattina.

Stare dalla parte del Signore espone, compromette, può destabilizzare persino le relazioni familiari… cinque persone in una famiglia si divideranno, 3 contro 2 e 2 contro 3.

Sembra che Gesù non abbia paura di scandalizzare con la sua parola e di coinvolgere i suoi nella divisione dovuta a diverso modo di vivere e pensare.

Il fatto importante comunque è questo: ogni nostro incontro con lui e col Vangelo, se è vero, segna sempre un prima e un poi.

Altro fatto importante è che il Vangelo si diffonde per contagio: il contagio della passione per le cose che si fanno. È il contagio del Vangelo come fuoco che accende.