La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 3 dicembre 2022 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

II Domenica di Avvento – A –

Letture: Is 11,1-10 /Sal 71 /Rm 15,4-9 /Mt 3,1-12

Il Regno di Dio è vicino.

   L’attenzione è, in primo luogo, sulla predicazione di Giovanni Battista: Convertitevi, è vicino il Regno dei Cieli. Anche la predicazione di Gesù sarà condensata in queste stesse parole: Il Regno dei Cieli è vicino, convertitevi… Entrambi si rifanno alle parole dei Profeti, e precisamente di Isaia, solo che Giovanni attinge le parole più severe: Razza di vipere! Credete forse di sfuggire all’ira imminente? Gesù invece attinge alle parole più incoraggianti di Isaia: Il lupo abiterà insieme all’agnello… e sappiamo che l’Agnello sarà lui in persona.

C’è continuità tra Giovanni e Gesù e c’è anche uno stacco. Ci sono idee diverse nei due sul Messia: Giovanni lo intende più come Messia-Giudice: Ha in mano il ventilabro per raccogliere il frumento e buttare nel fuoco la paglia. Il giudizio imminente secondo lui sarà severo: La scure è pronta a tagliare gli alberi improduttivi – dice -; il fatto di appartenere al popolo di Abramo non è una ragione per ritenersi al sicuro. Non è l’appartenenza a una razza che conta, o a qualche istituzione, ma contano solo la fede e la conversione.

Da notare che questo duplice invito non è rivolto ai pagani, ma alle persone pie e religiose: sono queste che accorrono dal Battista. L’invito ai pii israeliti è a non riposare sugli allori di una sicurezza facile e scontata. Non soltanto il pagano, non solo il peccatore, anche il giusto deve convertirsi.

Il giudizio non riguarda solo il mondo, i non credenti, gli atei… riguarda tutti i credenti. I figli di Dio sono o di qua o di là. Dio può far nascere figli di Abramo dovunque. Conversione dunque, strade da raddrizzare. Non si può rassegnarsi che il mondo vada così e che non ci sia più nulla da attendersi.

Giovanni ha azzeccato l’ora della visita di Dio e ha fatto centro quando ha indicato il Messia… ma non ha azzeccato sui modi di questa visita. Si ritroverà il Figlio di Dio in mezzo alla fila dei richiedenti il suo battesimo di conversione. Che ci fai tu qui? Che c’entri con loro? – deve aver detto.

Invece Dio imbocca tutt’altra strada. Il Figlio di Dio accetta di entrare nella vita degli uomini… così come sono. Entra nella mia vita così come essa è, per farla risplendere ai suoi occhi.

Sceglie di entrare nella storia non spegnendo il lucignolo fumigante, non alzando la voce, non spezzando la canna fessa, non con gesti di forza.

Sceglie di entrare fra gli uomini nella persona di uno come loro, in tutto simile, anche a costo che qualcuno patisca scandalo per questo.

Sceglie di entrare nella storia attraverso la via dell’umiltà, mediante quella piccolezza che in genere viene scartata. Sceglie di entrare nella storia usando misericordia, ossia mediante il perdono… Il perdono è atto di creazione, che vuol rifare il progetto degli inizi.

Oggi sentiamo Francesco che a volte usa il tono severo dei profeti e del Battista… quando dice chiaro chi è il lupo aggressore e l’agnello vittima… che poi è sempre la povera gente. Mentre i potenti fanno calcoli: armi più efficaci, guadagni più sicuri… ci vuole la voce che dichiara la verità delle cose e condanna i soprusi. Ma chi ascolterà?

Comunque la conversione non nasce dalla paura dell’ira di Dio, come suggerisce forse il Battista. Gesù vuol far maturare in noi un cambiamento che nasce dalla certezza che Dio si rende presente nella nostra vita facendola sua.

La paura genera schiavitù, la fiducia genera uomini liberi.