La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 21 gennaio 2023 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – A

Letture: Is 8,23-9,3 /Sal 26 /11Cor 1,10-13.17 /Mt 4,12-23

Dio ti ha raggiunto: non rifiutarlo.

   Quando Gesù viene a sapere che Giovanni Battista è stato arrestato, la prudenza umana gli suggerirebbe di starsene a casa. Invece Gesù lascia Nazareth e va a Cafarnao, la città sul lago, il centro popolare più frequentato della Galilea. Il precursore è stato messo a tacere, colui che è l’atteso capisce che è giunto il tempo di parlare. Comincia la sua missione non nel centro religioso arroccato a Gerusalemme, ma in zona più decentrata, più aperta al mondo e a contatto con le genti.

La logica comune avrebbe consigliato la calma e forse la resa. Gesù pensa al da farsi e comincia con determinazione.

Se per la Chiesa ci fosse la tentazione di arrendersi di fronte alle difficoltà dei tempi, la Chiesa del Concilio sceglie da tempo di seguire Gesù e di avventurarsi con lui nel mare aperto del mondo. Gesù sceglie di andare insieme ai suoi che lo seguono nella Galilea del mondo, tra tanta gente un po’ cristiana e un po’ pagana: è un mondo contaminato dal paganesimo quello in cui viviamo.

Ecco la predicazione di Gesù, tutta i due parole: Il Regno è arrivato, convertitevi. Non ci sono tante spiegazioni: si capirà meglio in seguito, nel prosieguo del cammino in compagnia di Gesù. L’esemplificazione di ciò che significhi convertirsi avviene con la chiamata dei primi discepoli. La chiamata raggiunge Pietro e compagni sul posto di lavoro, nel loro ambiente di tutti i giorni.

Subito lo seguirono. Il distacco è immediato. Vedremo poi in seguito che non sempre si deve abbandonare il proprio posto per seguire Gesù, come Zaccheo e tanti altri che continuarono la loro vita (se pur in modo nuovo!); c’è sempre comunque uno stacco netto tra un prima e un dopo, tra un modo di vivere e un altro nuovo genere di vita dietro al Signore.

Gesù chiama. È lui che prende l’iniziativa. È lui al centro: la comunità nasce dal desiderio di ogni discepolo di seguire lui.

Dalla scelta di Gesù nasce la comunità. Seguire Gesù consiste nel camminare dietro a lui, seguendo la strada che lui sceglie (anche lasciandoci al nostro solito posto). La tentazione è quella, invece, di scegliere noi la strada da fare e il progetto da perseguire… pregando il Signore di aiutarci a realizzarlo. Ma questo è un seguire all’incontrario.

Gesù chiama, prende l’iniziativa: non bisogna porre impedimento all’opera da lui iniziata. Dio ti ha raggiunto: non rifiutarlo. Dio ti fa dono della sua amicizia: prova a onorarla e a viverla. Verrebbe da dire che le proposte del Signore sono troppo grandi per noi, troppo grandi le sue esigenze… Fidarsi di lui è dar libero corso al compimento di quello che ha pensato da sempre per ciascuno. Il Signore ha amato ciascuno per quello che è, e qui nasce il desiderio di cambiare pensiero e condotta. Un certo allarmismo diffuso oggi direbbe che viviamo in un’ora molto grave, ma per Dio è sempre un’ora di speranza. Bisogna ammettere che il sogno di Dio è troppo alto, ed è vero! Bisogna ammettere che è superiore alle nostre forze. A ben guardare, cosa sono i chiamati rispetto al compito loro affidato? Ma non sarà un flop.

Gesù vede Simone e lo chiama pietra o roccia, anche se non sarà tanto solido… ma poi sarà uno che consolida i fratelli. In Giovanni vede, nonostante sia giovane, una fedeltà perseverante fino alla fine. Nella donna samaritana al pozzo vede una missionaria. In Nicodèmo, il seguace tardivo che si farà coraggio e si presenterà a Pilato per seppellire il corpo di Gesù.

Cosa vede Gesù in noi, in ciascuno? Quello che noi neppure immaginiamo.