La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 11 febbraio 2023 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – A

Letture: Sir 15,16-21 / Sal 118 /1Cor 2,6-10 / Mt 5,17-37

Voi siete la luce del mondo. Voi siete il sale della terra.

   Il Vangelo che abbiamo letto riporta la catechesi che si faceva negli anni ’80 circa d.Cr., nella Palestina del Nord o in Siria. Gerusalemme era stata rasa al suolo dai Romani, nel 70: eliminato il centro religioso giudaico. Restavano le sinagoghe, che erano presenti ovunque nel mondo antico, dove gli ebrei si radunavano. I seguaci di Gesù sono stati espulsi, a un certo punto, dalle sinagoghe, con la ripresa dell’ortodossia giudaica. Fino ad allora, i giudeo – cristiani convivevano abbastanza e si sentivano tutti a casa loro nella sinagoga, ma poi sono stati scacciati. Da quel momento è avvenuto un chiarimento importante: noi cristiani siamo in continuità con Mosè e leggiamo tutte le Scritture dell’Antico Testamento. Perché ci scacciano? In che cosa ci differenziamo? In che cosa ci distinguiamo? Quale novità abbiamo a confronto dei giudei e, in particolare, che cosa ci distingue dall’insegnamento dei farisei che sono i maestri riconosciuti della Legge antica?

Ecco la risposta: noi siamo in continuità, ma abbiamo delle novità essenziali. 1) Continuità: Gesù dice: Non sono venuto ad abolire la Legge ma a darle pieno compimento. 2) Novità: Io vi dico: Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel Regno dei Cieli. Da una parte c’è piena conformità di Gesù con le Scritture, e c’è d’altra parte una netta differenza. Ecco qualche esempio: non basta non uccidere, ma neanche si può dire “stupido” al fratello; non solo Non si può tradire il matrimonio, ma neanche solo avere il desiderio disonesto; non solo Non giurare il falso, ma non giurare mai perché basta la parola data… E poi… non vendicarsi, amare anche i nemici, ecc. A voglia, vien da dire! Qui non basta tutto l’impegno che i farisei (meticolosi) ci mettono! Invece è un dono di Dio fare così.

Chi entra nel regno ci riesce a vivere il Vangelo fino a quel livello. È la lieta notizia che è possibile fare come dice Gesù. Non sono venuto ad abolire la Legge, ma a dare pieno compimento. Non vuol dire che basta semplicemente conservare o eseguire. Dare compimento vuol dire andare oltre, fino in fondo. Il Vangelo aiuta a indovinare la volontà di Dio, a andare al centro.

Discutendo il caso del divorzio Gesù dice: Chi vorrà rimandare la moglie, le dia un atto scritto come è stabilito nel Deuteronomio.  Esso pure è parola di Dio, ma Gesù lo giudica una parola secondaria a confronto di Genesi, là dove Dio dice: L’uomo non separi ciò che Dio ha unito. Ci sono testi biblici che rivelano l’intenzione profonda di Dio e altri testi che pagano un tributo alla durezza del cuore dell’uomo: Per la durezza del vostro cuore Mosè ha concesso il divorzio!

Bisogna vedere la logica di fondo delle Scritture e le espressioni parziali e provvisorie. Gesù va alla radice delle cose: non basta accontentarsi del minimo quando sappiamo a quale ritmo batte il cuore di Dio, e a quale ritmo siamo resi capaci di sintonizzarci col dono di far parte del Regno di Dio.

Nell’amore di Dio c’è qualcosa di eccessivo ed esagerato, ma se non fosse così, non sarebbe amore! L’amore è sempre un po’ esagerato, se no non sarebbe amore.

Il Vangelo di oggi invita a rompere l’automatismo secondo il quale basta fare il minimo, e accontentarsi di non essere troppo fuori delle regole…

La forza di amare che Cristo mette dentro ai suoi che lo seguono, porta a compiere il bene senza calcolo e senza misura. Non basta evitare il male, bisogna far bene il bene!