La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 4 marzo 2023 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

II DOMENICA DI QUARESIMA – A

Letture: Gen 12,1-4 /Sal 32 /2Tm 1,8-10 /Mt 17,1-9

Ascoltatelo!

   Il cammino della quaresima è un ripasso in 40 giorni di tutto il cammino di fede che si fa come cristiani.

Anche per noi c’è stato un inizio. Come le folle incuriosite nei riguardi di Gesù, abbiamo avuto interesse per lui, abbiamo sentito che è un profeta inviato da Dio, abbiamo sentito che parla bene e insegna cose giuste…

Abbiamo poi fatto un altro passo che ci ha portato fuori dalla folle. L’abbiamo frequentato di più. Siamo diventati suoi discepoli, l’abbiamo incontrato più spesso la domenica.

Possiamo dire di essere in piena sintonia con Pietro che riassume la convinzione dei discepoli dicendo, a nome di tutti: Tu sei il Messia, il Cristo, il Figlio del Dio vivente.

Siamo a buon punto. Ma ora Gesù parla a Pietro e a tutti noi del Figlio dell’Uomo che deve molto soffrire. Conosciamo la reazione vivace di Pietro che era contrario a questo.

Come Pietro si entra in crisi anche noi, a questo punto: come si può accettare che il nostro grande Uomo, il Salvatore inviato da Dio faccia quella fine? Come si fa a credere che quella fine sia un vero inizio di vita nuova per il mondo? Nel cammino di fede siamo a questo punto critico ed ecco che la trasfigurazione viene in aiuto. Siamo persuasi che la strada di Cristo va verso la Croce e Gesù fa intravedere per un momento la sua gloria (gloria che c’è sia pur nella Croce e attraverso la Croce). Questo è il fatto importante e, insieme al lampo di gloria, c’è anche la voce del Padre che lo conferma. La voce dal cielo orienta i discepoli: Questi è il Figlio mio, l’amato. In lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo! Siamo persuasi che la via di Gesù conduce alla Croce e capiamo che forse anche la nostra via passa per di là. Ma quello che non si riesce a comprendere è che la Croce possa nascondere la gloria.

Anche la nostra Croce contiene la gloria, come la Croce di Cristo. I tre discepoli sul monte sono chiamati a vedere la gloria (cioè la potenza di Cristo) in anticipo, ma presto saranno chiamati nel Getsemani a vedere la sua debolezza.

Tutto questo è importante, ma non ancora il momento centrale. Il centro è il comando: “Ascoltatelo!” L’ascolto definisce chi è il discepolo. Vuol dire che per ciascuno di noi, la parola di Dio si fa chiara in Gesù: in quello che fa e che dice questo Gesù incamminato verso la Croce.

Il suo insegnamento non è qualcosa di teorico, ma qualcosa che ci riguarda in profondità e dà senso alla nostra vita. Gesù ci racconta chi è Dio, chi siamo noi, e qual è il senso della storia nella quale viviamo.

Quindi è un insegnamento che indica ciò che dobbiamo fare, quali regole seguire: non resta che ascoltare con cuore attento, obbedienza, disponibilità ad adeguarsi.

Dopo la domenica della trasfigurazione, si torna nelle cose abitudinarie, ma con lo spirito di chi ha pregustato la gloria di Dio. Dio è glorioso tra noi, ma nell’umiltà dell’apparizione umana di Gesù.

L’azione di Dio tra noi e nel mondo è potente, anche se un po’ nascosta e marginale. Con la fede si può vedere Dio glorioso tra noi che risana, illumina, discute, ribatte e vince.

Il Vangelo in fondo ci racconta una piccola vita di discepoli. Pietro e compagni sono piccola gente, con episodi di mediocrità e di contese tra loro, con una morte oscura… ma il racconto afferma che in tutto questo si è vista la gloria di Dio.

Il Dio tra noi si rivela come Dio nascosto e servitore.