La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 11 marzo 2023 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

III DOMENICA DI QUARESIMA – A

Letture: Es 17,3-7 /Sal 94 /Rm 5,1-2.5-8 /Gv 4,5-42

L’inviato del Padre.

   La donna di Samaria va a prendere acqua per bere, ma in realtà ha bisogno di altro. C’è una ricerca ancora inappagata, una sete profonda di verità e di senso che non sa neanche lei spiegarsi. Va al pozzo quando non c’è gente perché le seccherebbe parlare. Non ha voglia neanche di spiegarsi e di comunicare.

Ad un tratto ha il colloquio con lo sconosciuto rompe la monotonia della vita consunta di una persona… molto vissuta e che ormai va avanti meccanicamente, facendo le cose abituali come prendere acqua, senza più attendersi nulla di nuovo.

Lo sconosciuto finisce col fare l’esame di coscienza alla donna samaritana, ma con garbo e senza graffiare. Con un passo alla volta, Gesù chiede alla persona di dare un nome al suo malessere interiore. È sempre una parola buona e benevola, quella di Dio, che non condanna ma redime. Intanto è una parola che dà la gioia della relazione… ma la relazione non è con una persona qualsiasi.

C’è Gesù, l’inviato di Dio. La relazione con lui cambia la vita. Infatti la donna pianta tutto, lascia lì il secchio per l’acqua, va a chiamare gente: Venite a vedere l’uomo che mi ha detto tutto ciò che ho fatto.

La Samaritana è immagine di molti, anche di noi, che possiamo avere problemi personali di fondo (che possono essere anche problemi non gravi né clamorosi) ma sono un blocco. Ci può essere un blocco di fronte alla parola di Dio, un blocco che impedisce di ascoltarla… perché dà fastidio, dà noia. C’è forse una situazione da cui non si vuol uscire perché ci si sta bene dentro.

Allora si proietta all’esterno un malessere che invece è dentro e si dà colpa a chi è fuori.

Dopo l’enigma dell’acqua (non quella del pozzo, ma quella che Gesù dà e che estingue la sete profonda), c’è un altro enigma: quello del mangiare. Gesù ha un altro cibo.

I discepoli gli dicono: Maestro, mangia! E lui: Ho da mangiare un altro cibo che voi non conoscete. Forse qualcuno gli ha portato da mangiare, dicono tra loro i discepoli.

Gesù risponde e porta il discorso a un livello spirituale e afferma: Mio cibo è fare la volontà di Colui che mi ha mandato. E qui svela il segreto della sua vita: essere l’inviato del Padre. (Dopo aver svelato il segreto della vita della Samaritana, e averlo risolto!), ora svela il suo segreto.

Gesù è mandato e manda a sua volta. Manda tutti quelli che credono in lui, non solo gli apostoli.

Parla dei campi che biondeggiano e della mietitura che è prossima. È l’immagine bella dell’umanità che aspetta solo di essere raccolta per formare la grande comunità di Dio, unita e in buona armonia.

Ecco il lavoro al quale Gesù chiama. Il lavoro che ci è affidato è di fare la nostra parte perché il disegno di Dio sul mondo si compia.

La volontà di Dio è questo: il compimento del suo disegno di salvezza per tutti, nessuno escluso.

Chiediamo tutti, anche noi, la grazia di entrare nel disegno di salvezza che Gesù compie, accettando la sua presenza tra noi con tutte le implicazioni che essa comporta, accettando l’onore di esser chiamati a fare anche noi la nostra parte.