La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 8 aprile 2023 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

PASQUA DI RISURREZIONE -A-

Letture: At 10,34a.37-43 /Sal 117/Col 3,1-4 /Gv 20,1-9

Gesù è risorto per sempre!

Il racconto di Giovanni mostra come una comunità impara a riconoscere i segni della presenza del Signore glorificato e potente. La comunità è chiusa in sé stessa, atterrata dallo scandalo della croce. Qualsiasi comunità può essere chiusa in situazioni oscure di cui non si vede il senso.

Siamo anche noi nel gruppo che corre e cerca alla tomba di Gesù la mattina di Pasqua. È la Chiesa che cerca i segni che il Signore è vivo, in ricerca tutti col proprio carattere e temperamento.

C’è Maria che viene al sepolcro con sollecitudine la mattina presto, mentre è ancora buio. Vede la pietra ribaltata. Non crede e cerca subito una spiegazione naturale: lo hanno rubato!

C’è il discepolo più giovane, veloce e intuitivo e c’è Pietro, più calmo, lento e solido. In seguito ci sarà anche l’incredulo Tommaso.

Tutti coloro che ci sono nella Chiesa hanno in comune l’ansia della presenza di Gesù tra noi. Esistono nella Chiesa diversi doni spirituali, con diverse tendenze, alcuni più veloci e altri più lenti, ma tutti si aiutano a vicenda, l’uno aspetta l’altro per cercare insieme la presenza di Dio e cercano di comunicarsi questi segni. Nel racconto si vede una collaborazione tra persone, che pure sono diverse: ognuno comunica agli altri quel poco che ha visto. in una situazione di difficoltà o in tempo di sconvolgimenti sembrano scomparire i segni della presenza del Signore. In una situazione di difficoltà o in tempo di sconvolgimenti, quando sembrano scomparire i segni della presenza del Signore, si costruisce insieme l’orientamento dell’esistenza cristiana. Dal racconto di Pasqua si impara che non bisogna restare inerti quando mancano i segni visibili del Signore. Si deve avere la certezza che Dio c’è e ci parla.

Se Maddalena non fosse corsa al sepolcro, forse nessuno si sarebbe accorto di Gesù risorto. La ricerca comune e l’aiuto degli uni agli altri portano finalmente a ritrovarsi insieme, riuniti nel riconoscere i segni del Signore.

Un altro fatto importante è segnalato da questo brano: Allora entrò anche l’altro discepolo che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Non comprendevano ancora la Scrittura, che egli cioè doveva risorgere dai morti.

C’è qui l’indicazione dell’importanza della Scrittura per vedere e comprendere i segni della presenza di Dio nel mondo.

Sembra dire che se il discepolo avesse veramente capito la Scrittura, sarebbe bastato pochissimo, forse già il primo annuncio della Maddalena, per intuire la presenza del Signore. Avrebbe avuto già un quadro dell’opera di Dio e del modo con cui Dio si manifesta nella storia.

Da pochi cenni si può intuire la sua presenza. Mancando questo quadro, anche il discepolo intuitivo e veloce ha dovuto essere portato vicino, fino a vedere e a toccare.

Vale dunque per tutta la comunità cristiana: Avete la Scrittura! Abbiamo cioè in mano il mezzo potente per essere sensibilizzati alla presenza di Dio in tutte le situazioni oscure e difficili. E quando non sappiamo più riconoscere la mano di Dio nelle situazioni della nostra vita, la Scrittura dovrebbe aiutarci a fare questo percorso di riconoscimento dei segni, a vedere come in tante piccole cose, che ci erano sfuggite, la presenza del Risorto si stava manifestando.

Questo Vangelo di Pasqua vuol sottolineare il valore della lettura assidua, dell’ascolto assiduo della parola di Dio che illumina la nostra vita e la vita della Chiesa.