La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 15 aprile 2023 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

II DOMENICA DI PASQUA -A- DOMENICA DELLA DIVINA MISERICORDIA

Letture: At 2,42-47 /Sal 117 /1Pt 1,3-9 /GGv 20,19-31

Abbiamo visto il Signore!

   Non è facile vedere i segni della presenza di Dio nel mondo. Alcuni li vedono prima, e sono i tipi affettivi forse, come Maddalena, poi gli intuitivi (come il discepolo più giovane) e quelli solidi che ragionano (come Pietro).

Ma ci sono anche gli scettici, che arrivano ultimi ma anch’essi possono arrivare. Nessuno è escluso, purché abbia una serietà e una buona volontà di farlo.

Gesù si rivela a tutti amabilmente, secondo il modo di ciascuno. Gesù cerca il modo adatto a Tommaso, che è diverso da quello di Pietro, Giovanni e Maddalena.

Certo è che il Signore vuole rivelarsi a tutti, anche a quelli che sembrano più refrattari e che lo respingono maggiormente.

Per vedere Gesù Tommaso deve prima rientrare nella sua comunità, quella dei suoi apostoli. Lo fa quando accetta umilmente di stare con gli altri, anche se non li capisce a fondo.

Gli dicono: Abbiamo visto il Signore! Glielo ripetono anche, ma non basta. Hanno visto il Signore, gli altri apostoli, hanno ricevuto lo Spirito per la remissione dei peccati: hanno la fede piena ma questo forse finisce per provocare irritazione maggiore in Tommaso, che è ancora nella sofferenza: dentro di sé ha il buio, l’angoscia, la delusione, lo smarrimento, la paura, l’abbandono e la morte del venerdì santo… che pure gli altri avevano provato.

La fede non è cosa semplice come una pacca sulla spalla. Credere è un fatto serio e sofferto. Il Vangelo, che è lieta notizia, non cancella la difficoltà di chi riceve l’annuncio di fede, e neanche la difficoltà di quelli che lo danno l’annuncio: Abbiamo visto il Signore!

Il gruppo che accoglie il difficile Tommaso, e usa pazienza e bontà con l’incredulo, è figura della vera chiesa: insegna come dev’essere la chiesa che si fa attenta e comprensiva verso i cammini interrotti di molti… che lasciano e poi tornano… insomma sono piuttosto saltuari.

La chiesa dev’essere rispettosa verso i cammini accidentati di ognuno. Deve farsi rispettosa per il dolore e per la fatica di qualcuno… come probabilmente è avvenuto nella latitanza di Tommaso. Per la prima volta la chiesa si è dovuta misurare con la fatica di avere la luce della fede, ma…

   Venne Gesù, stette in mezzo a loro! Il Vangelo è la vera vita che nasce da un dolore riconosciuto e attraversato. La speranza nasce da un’esperienza di buio o di lutto.

La vita di fede nasce dalle lacrime versate. La fatica e il dolore non bisogna certo cercarseli! Non si deve maledirli ma interrogarli.

E la parola che risolve è Pace a voi! Il saluto del Signore è questo, mentre mostra le ferite del Crocifisso. Non c’è nessun rimprovero da parte sua. Vedendo e toccando quelle piaghe, anche noi capiamo quanto siamo amati. Le ferite del Signore ci fanno capire che non siamo stati amati per finta.

   Ricevete lo Spirito Santo: altre parole risolutive che danno forza. Ogni domenica il Signore le ripete.

Domenica 23 aprile lo Spirito Santo soffierà di nuovo nelle nostre parrocchie in occasione delle cresime… e il soffio dello Spirito si rinnova sempre nella Messa per noi.