La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 29 aprile 2023 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

IV DOMENICA DI PASQUA -A-

Letture: At 2,14.36-41/Sal 22/1Pt 2,20-25 /Gv 10,1-10

Il buon Pastore.

   Chi ha animali domestici, in stalla o in casa, sa bene quanto essi aspettano il padrone. Sono contenti al suo arrivo. Hanno paura di fronte agli estranei e si nascondono.

Il Signore si paragona al pastore, al padrone degli animali. Il suo rapporto con ogni uomo e simile a quello che esiste tra le pecore del gregge e il loro pastore: Esse ascoltano la sua voce… egli le chiama ciascuna per nome… cammina davanti ed esse lo seguono. Fuggono via da un estraneo perché non conoscono la sua voce.

Il nostro rapporto col “Pastore”, che è Gesù, è fatto di un incontro gioioso con lui. È frutto di comunione di vita. È segno di un riconoscersi reciproco. Il ritorno dell’uno è motivo di gioia per l’altro. C’è una relazione in cui il ritorno è atteso e preparato.

Il “Pastore”, che è Gesù, è modello di chiunque ha autorità su altri, chiunque guida o è responsabile di altri: genitori, insegnanti… Lo si sa bene: uno che ha autorità, cioè autorevolezza, non ha bisogno di urlare, ma riesce a coinvolgere. Il pastore non bastona ma cammina insieme (anzi, davanti!), indica la direzione, dà l’esempio. Non agita ma rassicura. Non costringe ma dà motivazione. Non umilia ma incoraggia e promuove.

La voce di Gesù doveva essere senz’altro particolare. Soprattutto le sue argomentazioni dovevano essere convincenti se… la donna samaritana parla a tutti di quell’uomo che le ha parlato così bene… se la folla non tarda a riconoscere che nessuno ha mai insegnato come Gesù, in modo autorevole. La voce di Gesù è affidabile e rassicurante così come è stato per i delusi viandanti di Emmaus, per Maddalena piangente, per Pietro pentito dopo averlo rinnegato.

Il “Pastore”, che è Gesù, chiama ciascuno per nome.

Non siamo un gregge indistinto. Il paragone del gregge serve fino a un certo punto.

C’è uno che conosce per nome ciascuno, e solo lui conosce.

Il Signore Gesù sa di cosa è impastata la mia vita.

Intravede uno tra gli altri e lo riconosce. Non ci lascia intruppati, ma porta fuori, per strade diverse.

Conduce con un amore che non viene mai meno. Dà fiducia a ciascuno.

Lascia godere la libertà e si sente la libertà a patto che egli vada avanti, che indichi la strada, apra la pista.

Se non facesse così, ci si smarrisce.

Desiderio di Dio è che abbiamo vita in pienezza. Per questo chiama ciascuno per nome.

Dio ha un solo desiderio: che l’uomo viva da figlio, e viva della sua stessa vita.

Non è un minimo di vita per sopravvivere: la vita che Gesù dà è centuplicata.

Dio dà sempre di più; dà la manna per quarant’anni nel deserto, dà il pane per cinquemila, dà le anfore riempite fino all’orlo e dà acqua trasformata in vino migliore.

Dà cento fratelli a chi lascia qualcosa per seguirlo.