La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 3 giugno 2023 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

SOLENNITÀ DELLA SS. TRINITÀ

Letture: Es 34,4-6.8-9 /Dn 3,52-56 /2Cor 13,11-13 /Gv 3,16-18

Dio uno e trino.

   Oggi, festa della SS. Trinità. Siamo sempre alla ricerca di Dio, e del suo mistero.

Veramente pensiamo di conoscerlo già bene. Anche Mosè pensava di conoscerlo abbastanza, dopo esser stato mandato a far uscire il popolo dalla schiavitù dell’Egitto… Invece Dio è diverso! Mosè pensava Dio come potente, che incute timore, ma invece ecco il suo nome: è Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà.

Ci si addentra nella Parola di Dio con un’idea di Dio che forse è sempre un po’ costruita da noi. In realtà Dio è diverso e ha un nome diverso. Una cosa simile è capitata anche a Nicodèmo, quello che è andato da Gesù di notte per non farsi vedere, ed era convinto di sapere già tutto: Noi sappiamo… diceva. In realtà Nicodèmo si trova all’oscuro circa la verità di Dio e circa i suoi piani. La rivelazione che riceve è inattesa e ancora incomprensibile per lui.

La rivelazione è questa: Dio ama il mondo e lo ama a tal punto da far dono del suo Figlio, inviato a salvare il mondo.

Di questa rivelazione abbiamo bisogno oggi più che mai, perché abbiamo l’impressione che il mondo stia andando in rovina, sotto i nostri occhi. Abbiamo indizi sempre più allarmanti… non solo per il clima, ma per la mancanza di rispetto delle regole, mancanza di fiducia reciproca tra stati, tra enti e persone.

La ricerca di Dio con Gesù è una questione ribaltata nei termini: arrivi a Dio solo quando hai potuto toccare con mano che Dio per primo ha raggiunto te. Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio.

Aver fede in Dio vuol dire fidarsi del suo amore per noi. L’amore dimostrato da Dio è degno di fede.

Il problema non è che Dio ci ami, ma che noi abbiamo occhi per vederlo e riconoscerlo.

Tutto ciò che nella nostra vita porta l’impronta del dono gratuito, è segno di Dio, segno indicatore dell’amore di Dio: un amore che non viene meno, che continua a farsi carne e a rendersi tangibile.

Dio continua a cercare l’uomo, non importa se l’uomo cade in basso: non è mai troppo in basso per Dio.

Il centro della nostra fede è qui.

Dio è sceso iscrivendo il suo Figlio nell’anagrafe dell’umanità, nel censimento di Roma.

Dio ha fatto sua la situazione di emergenza e di precarietà in cui ci si trova tutti più o meno, pur cercando di rifuggire più che si può per mettersi in sicurezza.

A noi è chiesto di affidarci all’amore che Dio ha manifestato.

Fidiamoci dell’amore che Dio ha rivelato e continua a rivelare:

  • eravamo peccatori, e siamo stati perdonati;
  • avevamo abbandonato Cristo nella sua passione e siamo stati trattati con misericordia;
  • non meritavamo di essere accolti e siamo stati trattati con grande bontà;

veramente Dio si è messo nei nostri panni… per farci essere suoi figli.