La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 24 giugno 2023 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – A

Letture: Ger 20,10-13 /Sal 68 /Rm 5,12-15/Mt 10,26-33

Dio si è fidato degli uomini, e continua a fidarsi.

   Ogni cristiano è promosso missionario, però un missionario che non deve fare tanti discorsi. In fondo basta poco per far capire quello su cui si conta, quello su cui si fa affidamento.

Chiunque ci avvicina, capisce presto in cosa uno crede e poi non occorrono tante parole… per dire quello che dobbiamo comunicare (cioè quanto ognuno vale davanti a Dio) e per manifestare quanto ognuno è amato dal Signore.

Siamo convinti di questo? Sentiamo che il Padre ama ognuno, ha stima di lui? Sappiamo che ognuno è importante per lui? È cosa da chiarire ogni mattina, cosa da riscoprire continuamente.

Allora (solo allora) uno può avvicinare gli altri per ridonare fiducia, per rendere saldo ciò che barcolla, per far trovare motivi per non smettere e piantare lì.

Chi vuol incoraggiare altri, mostrando di affidarsi al Vangelo, non occorre che ostenti tanta sicurezza e tanta prosopopea… al contrario. A quello che prima era indemoniato ed è stato guarito Gesù dice: Va’ e racconta quello che il Signore ha fatto per te e la misericordia che ti ha usato.

Anche noi dobbiamo sempre ricordare che siamo graziati, perdonati, convertiti (e anche impegnati in una continua conversione). Pietro e gli apostoli si presentavano con la loro reale statura: avevano rinnegato Gesù, l’avevano abbandonato, avevano dubitato, ma lo Spirito li aveva trasformati. Paolo ricorda che era stato persecutore prima che servitore della Chiesa.

Si vede proprio che Dio si è fidato degli uomini, e continua a fidarsi. Teniamolo presente!

Non abbiate paura!”, abbiamo sentito dire tre volte da Gesù, e sottintende “Abbiate fiducia in me!” Su questo occorre chiarirsi ogni giorno: Mi fido del Signore? Mi affido a lui?

A frenarci di solito nel testimoniare è il rispetto umano. Oppure non si è chiari. Siamo senza parole, con difficoltà a trovare subito la parola giusta.

Nella nostra testimonianza si può incontrare opposizione da parte di qualcuno. Ci si chiede: Perché la persecuzione? La persecuzione c’è perché c’è Gesù Cristo.  Le sue parole (e quindi le parole del discepolo) inquietano il mondo.

Il Cristo è venuto senza tanti riguardi, facendo irruzione nella tranquillità del mondo. Il mondo ama ciò che è suo, ciò che non turba e non smaschera le sue pretese.

Il mondo odia i discepoli di Cristo (quelli veri!) perché con la loro vita lo pongono in questione.

Per chiarirci nel nostro vivere cristiano sono queste alcune domande che ci si può porre: Qual è il segreto della mia vita? Qual è la ragione della nostra pace interiore?

Qual è il motivo della mia speranza? La forza che sostiene il nostro cammino?

Di tutto questo si nutre l’interiorità di ognuno. Siamo come piante: si vede che fine fanno se non hanno radici ben piantate.

Le radici della nostra vita affondano nel cuore di Dio, nella comunione con lui, nella frequentazione con lui.