La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 5 agosto 2023 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE

Letture: Dn 7,9-10.13-14 /Sal 96 /2Pt 1,16-19 /Mt 17,1-9

Uno squarcio di cielo, un lampo di chiarezza.

   La trasfigurazione è un lampo, è l’intuizione di quello che Gesù è realmente. In apparenza Gesù è un ebreo comune, oggi si direbbe un laico, un ebreo marginale che non ha studiato nelle scuole rabbiniche del suo tempo. Comunque si atteggia a maestro e viene chiamato “rabbì”. È bello frequentarlo.

Pietro e Compagni sono uomini semplici, normali, veri. Sono affascinati dal Maestro ma sconcertati dalle sue previsioni di essere, alla fine, rifiutato.

Lo squarcio di cielo della trasfigurazione è un momento di luce nell’oscurità, è un incoraggiamento a quelli che sono molto perplessi e che presto dovranno mettere insieme il Cristo trasfigurato col Cristo sfigurato della passione.

A quel punto il Crocifisso potrà esser letto come la smentita del Cristo illuminato dalla divinità, e il Cristo trasfigurato potrebbe essere stato una sorta di inganno o di illusione.

Quando quella notte Pietro dice “non lo conosco”, in fondo dice il vero, perché non lo riconosceva più.

Abbiamo tutti il lampo della chiarezza. Di momenti luminosi forse ne avremo anche più di uno, che rassicurano di essere nel giusto, con Gesù.

Avremo anche momenti di entusiasmo… ma la sfida è quella di mettere insieme questa visione iniziale con la fatica del prosieguo. Si vorrebbe perpetuare la bellezza degli inizi, dimenticando che questa bellezza si invera proprio quando l’entusiasmo passa.

All’inizio c’è l’innamoramento, ma esso si invera quando diventa amore… quando c’è la volontà di legare la propria vita all’altro, per sempre. La sfida è tirar fuori il meglio di sé, e non voler cambiare la realtà.

L’immagine di Gesù glorioso nella trasfigurazione è di un momento, ma non va dimenticata. È un’immagine che va conservata e continuamente rispolverata.

I discepoli dovevano ricordarsela quando nel Getsemani Gesù era in preda all’angoscia, e ai piedi della croce come nel silenzio del sabato santo.

Il messaggio di Dio Padre “Questi è il Figlio mio: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo” sancisce che è sempre lo stesso quel Figlio glorioso che a Gerusalemme è rifiutato. Ci manca la grazia di sentire questa continuità: le cose sembrano sconnesse… Per questo è necessario ascoltare lui.

Ascoltatelo” ripete la voce dalla nube. Se è vero che la nostra fede nasce da un momento di chiarezza, è altrettanto vero che la si conserva solo mediante l’ascolto di Gesù.

Oggi il mondo ha ancora bisogno della trasfigurazione. La nostra realtà di Chiesa, popolo radunato da Dio, dev’essere trasfigurata per far intravedere il divino presente in essa.

I tesori di grazia e di virtù sono nascosti da un’apparenza di ordinarietà e normalità, eppure ci sono e, a volte, si vedono.

Siccome ogni cristiano è un po’ santo e un po’ peccatore, anche la Chiesa fa un po’ trasparire la bellezza di Dio e un po’ la nasconde.

Non c’è da meravigliarsi di questo, ma da perseverare e da non arrendersi.