La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 9 settembre 2023 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – A

Letture: Ez 33,1.7-9 /Sal 94 /Rm 13,8-10 /Mt 18,15-20

Io sono in mezzo a voi!

   “Se il tuo fratello commetterà una colpa…”

Anche Gesù a volte chiama fratelli i discepoli. La parola era in voga tra gli ebrei che chiamavano fratelli quelli che appartenevano alla stessa religione e alla stessa razza, considerando fratelli solo loro. Nel Vangelo ora la parola “fratello” acquista un senso nuovo: fratelli sono tutti gli appartenenti alla Chiesa. Per l’Antico Testamento era richiesta la razza ebraica, ora nel Nuovo nel Nuovo è richiesta solo la fede, per essere fratelli. Ma poi il Vangelo chiama fratello chiunque si trovi nel bisogno.

Il Vangelo di oggi parla di fratelli da accogliere, correggere e perdonare: se in primo luogo sono i membri della propria comunità, in senso più ampio sono però anche tutti gli uomini.

La comunità cristiana, alla quale Matteo consegnava le parole di Gesù, non doveva essere molto diversa dalle nostre, se c’erano simili problemi… se il fratello può commettere una colpa contro di te.

Certo la comunità cristiana cerca in primo luogo di vivere sinceramente il Vangelo. Ma non c’è da farsi meraviglia se spunta nella comunità qualche germe di ambizione, oggi come allora, o si avverte ogni tanto l’incapacità di vivere relazioni sincere. Professare la stessa fede non era – e non è – garanzia di avere un unico amore.

Riesce più facile condannare gli errori che farsi carico di colui che sbaglia. Il buon Pastore si fa carico del perduto e dà l’esempio. Aveva appena detto che il Padre desidera che non sia perduto nessuno dei piccoli e perciò Gesù pensava le relazioni tra fratelli come occasioni perché nessuno si perda. Pensava che l’arte di rammendare fosse la più praticata nelle sue comunità.

Dunque… “Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va e ammoniscilo fra te e lui solo. Se ti ascolterà, avrai guadagnato il fratello…

Tra la perdita e il guadagno del fratello, ci sta la possibilità di un grosso affare. Se ti trovassi di fronte a un fratello che l’ha fatta grossa nei tuoi confronti, il suggerimento è di non perdere tempo a metterlo alla gogna, spiattellando ai quattro venti il suo sbaglio.

Fa’ il primo passo, prova a ricucire. È meglio che l’errore resti tra te e lui solo. È meglio coprirlo col manto della misericordia.

Questo non significa negare l’errore, ma si sbaglia a fare una cosa sola del peccatore col suo peccato.

Trattare con stima e affetto colui che ha sbagliato, significa fargli sentire che è pur sempre migliore di quello che sembra: il che è sempre vero! Vale per lui e anche per sé stessi.

A Pietro erano state date le chiavi per legare e sciogliere. Ora le chiavi sono date a tutti, nella comunità, anche a noi: Tutto quello che legate sulla terra… Tutto quello che sciogliete… è legato e sciolto anche in cielo.

Questo può avvenire, perché c’è una convinzione profonda: il Signore è presente nella comunità ogni qualvolta essa si raduna nel suo nome.

Questo radunarsi anche in due o tre, purché sia un radunarsi “nel suo nome”, può essere per pregare, ma in particolare per mettersi d’accordo: ebbene in questo radunarsi c’è Cristo che agisce, ed esaudisce le preghiere e attua le ricuciture, perché – l’ha detto – Io sono in mezzo a loro!