La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 23 settembre 2023 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – A

Letture: Is 55,6-9 /Sal 144 /Fil 1,20-24.27 /Mt 20,1-16

Dio assume a tutte le ore!

   Il Padre di Gesù è quel padrone in cerca di braccia, è quel padrone che assume a tutte le ore del giorno, e della vita, per la sua “vigna”. Che cos’è la vigna di Dio? il suo regno, la sua comunità? Qual è la causa alla quale lavora il Signore? È il mistero di Dio e noi ci siamo dentro, per grazia!

Dio assume a tutte le ore: importante è essere pronti e rispondere alla chiamata, quando arriva, afferrare l’occasione.

A un certo punto è inevitabile fare confronti. Anche nella “vigna” di Dio capita di fare proporzioni: io ho fatto tanto, ho lavorato e lavoro più di altri, ecc. Proprio a questi operai credenti, operosi e generosi, il Signore gioca un tiro mancino: dà a tutti una paga uguale, lo fa sotto il naso, davanti a tutti cominciando dagli ultimi fino ai primi.

Non è giusto!” dicono. Non è giusto, pensiamo anche noi. Dio, il padrone, spiega le sue ragioni. Se agisce così, non è perché trascura chi ha lavorato di più, tanto meno perché considera che il lavoro fatto non sia servito, ma perché ama anche gli ultimi e non soltanto i primi.

La giustizia è rispettata, ma non è rispettata la proporzione. Col tiro mancino della sua parabola manda all’aria anche il discorso tradizionale dei meriti accumulati… In realtà dà il giusto a chi ha sempre fatto e brigato ed è generoso con gli altri. Regala agli ultimi arrivati.

La domanda a uno che protesta è acuta e tagliente: Il tuo occhio è invidioso, perché io sono buono? Non si lamentano perché è stato tolto qualcosa, ma perché è stato dato anche agli altri quanto è stato dato loro.

La loro protesta non esprime desiderio di giustizia, ma invidia.

    Gli ultimi saranno primi e i primi ultimi.

Badate che non c’è nessun capovolgimento: Dio innalza gli ultimi, ma non abbassa i primi.

Ci potrebbe essere un fraintendimento, a questo punto, quello di pensare che per Dio lavorare poco o molto non faccia differenza, essere giusti o peccatori poco importi. La proporzione resta valida anche davanti a Dio, non è però la strada per arrivare a lui.

Il Dio che Gesù ha rivelato è nuovo e impensato.

La parabola è lieta notizia sia ai peccatori sia ai giusti, sia ai nullafacenti sia agli impegnati: agli uni annuncia che non sono più ultimi, agli altri che Dio non può essere rinchiuso negli spazi ristretti dei loro registri-paga.

Per tutti la parabola è un appello alla conversione. La conversione di colui che è mancante è la sorprendente scoperta di incontrare un Dio gratuito e un perdono impensato. La conversione del giusto nasce dall’incontro inatteso con un Dio che lo porta al di là delle strettoie dei suoi calcoli e delle differenze che annota, per avere invece i pensieri di Dio e il suo cuore largo.

Forse la conversione del giusto è più difficile di quella del peccatore.

Comunque preghiamo perché i peccatori trovino la lieta notizia, per loro, e preghiamo per quanti sono impegnati nella vigna, perché perseverino… e si convincano che il Vangelo non è una fatica, ma una fortuna!

Ci faccia comprendere, il Signore, l’impagabile onore di lavorare nella sua vigna fin dal mattino.