La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 14 ottobre 2023 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – A

Letture: Is 25,6-10 /Sal 22 /Fil 4,12-14.19-20/Mt 22,1-14

Dio ci prende come siamo per trasformarci!

   Anche in questa domenica il Vangelo parla della storia di Dio col suo popolo, e anche con l’umanità intera. Lo fa non con altre parabole della vigna, ma con l’immagine questa volta del banchetto di nozze: Il regno dei cieli è simile a un re che fece la festa di nozze per suo figlio.

Si vede proprio che il regno di Dio è festoso e l’incontro col Signore è una festa gioiosa, una “nozza”.

Molte volte il Vangelo parla della festa di Dio: festa del Padre che vede tornare il figlio perduto… o festa dell’uomo che ha la fortuna insperata di trovare la cosa più preziosa che ci sia: il tesoro sepolto nel campo o la perla preziosa.

C’è anche la festa di Zaccheo che riceve in casa sua Gesù. C’è il banchetto di Lazzaro risuscitato. Perfino la cena e la festa di addio di Gesù ai suoi alla vigilia della separazione fisica da loro.

Il re manda fuori gli inviti ma (colpo di scena!) gli invitati rifiutano.

Dio è in vena di far festa, a quanto pare. È desideroso della compagnia degli uomini e alla fine vuole la sua casa affollata. È l’uomo che non ha voglia di festa, non sembra capace di mettersi in sintonia col Signore, sulla lunghezza d’onda del suo Dio. Gli invitati restano indifferenti, quando non infastiditi addirittura, tanto che maltrattano gli emissari del re.

Il rifiuto all’invito di amicizia di Dio non è solo segnato da presa di posizione netta e ostile, basta anche l’indifferenza nei suoi confronti (che è molto diffusa!). Il dono di Dio non interessa e questa scelta non è priva di conseguenze.

Il no opposto all’amore non lascia le cose come prima: ci sono conseguenze per sé stessi e per chi vive attorno.

Rifiutando l’offerta di amore, di amicizia di Dio, uno punisce sé stesso.

A Dio dispiace che uno si faccia del male… tuttavia il rifiuto che riceve non gli impedisce di rivolgersi ad altri.

La festa del Regno avrà luogo lo stesso. Dio ricomincia sempre di nuovo con altri invitati: invita indistintamente e nessuno resta escluso.

Agli aventi diritto subentrano quelli che si trovano ai crocicchi delle strade, buoni e cattivi, peccatori ed emarginati. E Dio è contento perché la sala delle nozze si riempie.

Non finisce così, però!

Entrare nella convocazione di Dio non è qualcosa da prendere alla leggera: la misericordia di Dio ci ha presi così come siamo, ai crocicchi delle strade, ma questo non può diventare motivo di disimpegno o garanzia di essere già a posto.

Dio ci prende così come siamo, ma vuol realizzare in noi una vera e propria trasformazione, tanto da voler farci vestire quella veste formata dalle opere giuste dei santi (Apoc). Le opere giuste sono quelle compiute secondo il cuore di Dio e il suo insegnamento. Sono la parola di Dio messa in pratica.

La grazia acquistata a caro prezzo (il prezzo del Figlio donato!), non si acquista a buon mercato.