La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 4 novembre 2023 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – A

Letture: Ml 1,14- 2,2.8-10 /Sal 130 /1Ts 2,7-9.13 /Mt 23,1-12

Comunità di fratelli.

   Gesù vuole che i suoi discepoli siano una comunità di fratelli. Non fate come quelli che siedono sulla cattedra di Mosè: Fate quello che vi dicono e insegnano, ma non fate come loro.

Le accuse sono chiare e taglienti: dicono e non fanno, insegnano bene ma non mettono in pratica, impongono pesi sulle spalle della gente e loro non li muovono neanche con un dito. Apparentemente insegnano bene, insegnano la Legge e, spesso insegnano sbagliato, in realtà.

Molte volte Gesù dice che ignorano le Scritture: Non avete letto…? Andate e imparate che cosa significhi Misericordia voglio e non sacrificio… Mettete le vostre tradizioni al di sopra della Legge di Dio. Più volte Gesù li chiama Guide cieche.

La svolta si ha quando Gesù dice: Ma voi non fatevi chiamare maestri, padri, guide… perché uno solo è il vostro Maestro, uno solo è il vostro Padre celeste, e quindi non chiamate nessuno padre. Voi siete tutti fratelli.

Attenzione! Questa pagina non lascia le cose come stanno perché contiene esattamente gli orientamenti pastorali per la Chiesa del nostro tempo.

Le nostre comunità, anche piccole, sono realtà di vita. Vivono a motivo dell’annuncio di Gesù. Si sviluppano attorno al suo Vangelo. Vangelo che accolgono, e cercano di viverlo, di annunciarlo. Attorno al Vangelo siamo tutti alla pari.

Nella comunità cristiana tutti sono fratelli, cioè tutti discepoli del Signore. La vocazione di tutti i battezzati è questa. La chiamata comune nella Chiesa impegna tutti. La comunità vive dell’apporto di ciascuno.

Tutti i battezzati siamo profeti (che portiamo il Vangelo) e sacerdoti (che mettiamo in comunicazione con Dio).

I compiti nella parrocchia saranno anche diversi, secondo il ruolo di ciascuno, ma tiriamo il carro tutti insieme.

Compiti diversi, ma gioco di squadra! Ci sono col vescovo i presbiteri (che vuol dire anziani) … e ci sono vari operatori pastorali (catechisti, animatori, volontari della carità…): sono tutti “servitori”.

Nel testo greco del Nuovo Testamento c’è solo la parola “diaconi” (che vuol dire servi) e diaconia (=servizio). In latino e in italiano hanno tradotto fin da subito ministro e servo. S. Paolo si è firmato “servo del Vangelo”. Maria si è detta “schiava” del Signore (neanche diaconessa!). S. Paolo: Sono stato amorevole come una madre con voi per trasmettervi non solo il Vangelo, ma la mia stessa vita.

Conclusione: punteremo a far gioco di squadra. Per oggi ci basti l’esortazione a essere fratelli, a non distinguersi in padri /maestri… che è causa di divisione. Ogni ministero sacro ha senso se è visto come servizio: Chi vuol essere grande sia vostro servo. Chi facesse del proprio ruolo motivo di onore o prestigio sarà umiliato da Dio.

È meglio umiliarsi da soli e farsi piccoli. S. Giovanni Crisostomo, patriarca di Costantinopoli capitale dell’Impero, esaltava la virtù dell’umiltà: Questa virtù è troppo importante per il bene della comunità, diceva… e lo cacciarono in esilio!