La riflessione domenicale
Pubblicato giorno 11 novembre 2023 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale
XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – A
Letture: Sap 6,12-16 /Sal 62 /1Ts 4,13-18 /Mt 25,1-13
W la saggezza!
Un’altra parabola di Matteo: le dieci ragazze.
C’è una distinzione poco piacevole tra sagge e stolte, cinque e cinque. Stoltezza vuol dire senza saggezza… parola che si trova spesso nella Bibbia, perché il saggio è l’uomo ideale.
Saggezza e sapienza sono le qualità da ricercare e da esercitare. Stoltezza e mancanza di saggezza portano la persona a rovinarsi con le sue mani, a rovinare la propria vita e quella degli altri.
Che cosa avevano fatto di male la metà di quelle ragazze che andavano a una cena di nozze? Perché sono giudicate stolte?
Semplicemente perché non erano state previdenti. Oggi si direbbe che non avevano pile di riserva e così sono rimaste al buio proprio nel momento importante, quando c’era da far luce e accogliere festosamente gli sposi.
La distinzione tra stolto e saggio si trova anche alla fine del discorso delle Beatitudini. Saggi sono coloro che ascoltano le parole di Gesù e le mettono in pratica. Coloro che le ascoltano, ma non le mettono in pratica, sono stolti come quelli che hanno costruito la casa sulla ghiaia del torrente: quanti disastri, quando capita un’alluvione!
Le parole delle Beatitudini da mettere in programma ogni giorno e da cercar di compiere le sappiamo: essere miti, misericordiosi, puri, operatori di pace, ecc. Tutto questo è costruire sulla roccia sicura, che permette di dare stabilità e sicurezza alla propria vita e salvarla dall’insuccesso o dalla rovina.
Quando le “stolte” arrivano in ritardo, sono di fronte alla porta chiusa e chiedono di entrare: Signore, Signore, aprici!
Viene in mente il detto di Gesù (che si trova nelle stesse pagine): Non chi dice Signore, Signore, entrerà nel Regno dei Cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei Cieli.
Il padrone risponde: Non vi conosco!
C’è un altro detto di Gesù nel discorso delle Beatitudini che si riferisce agli stolti: Non fate come gli stolti, che preferiscono la strada larga e facile che porta alla perdizione. Invece è stretta e faticosa la via che conduce alla vita.
Concretamente, l’olio da procurarsi, e di cui avere sempre una riserva, è fare le opere del Regno, quelle delle Beatitudini: quei miracoli che Dio fa negli uomini e nelle donne misericordiosi, miti, puri, costruttori di pace…
Il pensiero di Matteo è che sono le opere delle Beatitudini quelle da vivere senza stancarsi.
Siamo invitati ad aspettare il Signore che tarda a venire con un impegno sempre rinnovato, che non demorde.
La fedeltà ai contenuti del discorso della Montagna è l’olio delle lampade, per il quale Gesù ci dirà: Ti conosco, ti apro la porta, ti faccio entrare.
Stoltezza e imprevidenza, dunque!
W la saggezza che porta a leggere la realtà con lo sguardo fisso verso la meta, rimboccandosi le maniche e affrontando l’esistenza con un occhio al Signore che viene, che passa, che è vicino.