La riflessione domenicale
Pubblicato giorno 17 novembre 2023 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale
XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – A
Letture: Pr 31,10-13.19-20.30-31 /Sal 127 /1Ts 5,1-6 /Mt 25,14-30
Abbiamo i talenti del Signore…
Il Signore che se ne va è, in realtà, Gesù risorto che ascende fino a Dio e lascia ogni cosa agli amici di fiducia. Affida ai “suoi” i suoi stessi beni …e i “suoi” siamo anche noi!
A noi Gesù, il Figlio di Dio, si dà totalmente, senza calcolo. È disponibile a condividere tutto il bene che possiede, simboleggiato da quei talenti che sono cifre enormi. Affida il suo patrimonio senza andar a vedere il curriculum di nessuno.
Ecco tutto il bene che ci ha dato: ci ha donato il suo Vangelo. Lo abbiamo riassunto nelle Beatitudini: la lieta notizia che rende beati i poveri, gli sfiduciati e provati dalla vita e fiduciosi solo nel regno di Dio… che rende felici gli operatori di pace, i miti e misericordiosi…
Ci ha dato la sua presenza attiva e umile nell’eucaristia. Ha continuato a lavare i piedi a chi lo tradisce, a rivolgere il suo sguardo a chi lo rinnega, a offrire il perdono ai suoi uccisori.
Continua ad affidare sua Madre a ogni discepolo amato. Continua a effondere il suo Spirito su ogni uomo e chiede di essere un segno di lui ovunque. Invia a battezzare, cioè a immergere nell’amore della Trinità ogni creatura.
Questi sono i talenti, la vera, enorme ricchezza distribuita alla comunità dei discepoli, comunità che oggi e sparsa un po’ in tutto il mondo.
Grande fiducia da parte del Signore Gesù e grande responsabilità nostra!
Il Signore che sale in alto, a Dio, è convinto che i suoi sono in grado di onorare la sua fiducia e il legame con lui. È convinto che non manterranno per sé il patrimonio ricevuto, ma saranno in grado di condividerlo con l’umanità.
I doni affidati sono segno dell’impegno che Dio si è preso con i suoi. Anche nei giorni in cui il Signore sembra assente, e forse tutto sembra inutile e vano, lui è vicino e i suoi doni sono come la fede nuziale tra due che si amano: ricorda all’uno la presenza dell’altro.
Abbiamo i talenti del Signore, dunque: le beatitudini, l’eucaristia, la presenza del Cristo che si dona e perdona, lo Spirito Santo, la fiducia del Figlio di Dio che ci coinvolge nella sua missione… A nessuno è chiesto ciò di cui non è capace, tanto è vero che tutti ricevono secondo le proprie forze.
La donazione è diversificata, diversa sarà l’intraprendenza.
La parabola dei talenti stimola a essere intraprendenti nella fede. La fiducia accordata chiede di osare di più e a non accontentarsi del minimo richiesto.
Oggi non è giusto passare la vita a salvare il salvabile, neanche nella Chiesa a tutelare l’esistente. Ci si chiederà: dov’è sepolta la fiducia che hai ricevuto dal Signore?
Da qui la scelta a non stare nella vita da pigri, ma nell’amore fedele. La scelta di non perdere le occasioni, a mantenere in un cassetto sotto chiave le proprie capacità per paura di sbagliare o di far brutta figura.
L’atteggiamento contrario alla pigrizia non è il molto darsi da fare, ma la fedeltà anzitutto alla vita che ci è donata, e poi a Dio e ai suoi talenti. È la fedeltà al proprio presente: Sei stato fedele nel poco…
È quel poco che ognuno vive qui e ora. È fedeltà a quello che sei e a quello che hai a rendere positiva e ricca la vita.