La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 8 dicembre 2023 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

II DOMENICA DI AVVENTO – B –

Letture: Is 40,1-5.9-11 /Sal 84 /2Pt 3,8-14 /Mc 1,1-8

Comincia qualcosa di nuovo!

   Il Vangelo di Marco comincia con alcune parole importanti, parole di grande peso e spessore. Sono queste: Inizio del Vangelo di Gesù Cristo Figlio di Dio.

Vangelo” è lieta notizia, ma non notizia del giorno, di più! È la notizia del secolo, del millennio! A quel tempo Vangelo era la notizia di una grande vittoria o della nascita della persona che salva il mondo.

Questa persona è il Signore, è il Figlio di Dio. E sorprende che il Signore sia… Gesù del villaggio di Nazareth: un Messia e Signore dai tratti così semplici, di una persona comune, dall’aspetto differente e capovolto addirittura rispetto al modo con cui dovrebbe presentarsi un Figlio di Dio!

L’intera storia di Gesù è lieta notizia, Vangelo, a cominciare da quanto dice Giovanni Battista di lui: Egli è più forte di me, più degno, più santo. Vi battezzerà in Spirito Santo.

   Inizio del Vangelo di Gesù. Perché inizio? Perché si tratta di qualcosa di nuovo. Comincia qualcosa di nuovo rispetto all’antico testamento e rispetto alla storia umana. Comincia qualcosa di nuovo nella storia degli uomini e nella loro speranza.

La lieta notizia (e formidabile!) è questa: con Gesù c’è la novità di Dio che viene, che irrompe nel mondo. È la notizia attesa e anche desiderata, ma nello stesso tempo inaspettata e sorprendente. Nella persona di Gesù e nel suo insegnamento c’è novità assoluta, ma neanche del tutto sconosciuta. Si legge subito dopo: Come sta scritto… La storia della salvezza è già in atto nella storia del popolo di Israele.

Gesù sarà una novità comunque sorprendente. Agli occhi di molti poteva scandalizzare addirittura.

Il Vangelo della presenza di Gesù nella storia è come un seme che comincia a svilupparsi. Non è un albero già grande e messo in mezzo alla piazza (per natale!). Il seme del Vangelo ebbe un inizio, un inizio umile, e poi uno sviluppo straordinario.

La storia di Gesù di Nazareth è il momento al quale bisogna sempre tornare. La storia di Gesù dev’essere sempre meditata, non solo per capire lui, ma per capirci noi, come Chiesa. L’esistenza cristiana ha bisogno di modellarsi sempre su di lui. Importante è appunto capire la persona di Gesù e capire il Regno presente e nascosto nella nostra storia.

Nella persona di Gesù si coglie il progetto di vita che è indicato all’uomo. La lieta notizia non è semplicemente la venuta del Messia, ma la venuta del Messia col modo di presentarsi e vivere propri di quel Gesù concreto. Se il Messia fosse apparso non con la figura di Gesù di Nazareth, ma con la figura splendente di un imperatore di Roma, cioè con la figura della potenza e del dominio, non sarebbe stato lieta notizia, né novità, né liberazione, né speranza.

   Giovanni predicava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.

La conversione non è semplicemente un cambio del comportamento e passare da opere cattive a opere buone. È un cambiamento di mentalità e di modo di vedere e valutare: dagli idoli a Dio.

È un cambiamento che è voltarsi a Dio per un ritorno a casa. Una conversione che non allontana da sé stessi, anzi riporta a essere pienamente sé stessi.