La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 2 febbraio 2024 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO -B-

Letture: Gb 7,1-4.6-7 /Sal 146 /1Cor 9,16-19.22-23 /Mc 1,29-39

Ci prende per mano e ci rialza.

 Continuiamo a farci la domanda, anche in questa domenica, sulle prime parole dette da Gesù all’inizio della sua opera: che cosa dice? Chi è lui veramente?

   Tu sei il Santo di Dio! gli grida l’indemoniato. Che cosa vuol dire? Tu sei il Figlio, l’amato! È la voce udita dal cielo.

Il Figlio viene da Dio a portare il Regno di Dio. Cioè viene nella nostra vita a portare un messaggio che sconvolge le cose… o piuttosto viene a metterle a posto, le cose, a mettere ordine. Viene portando tanta gioia, portando guarigione da ogni specie di male.

Siamo di nuovo nell’atteggiamento di chi non sa ancora ciò che Dio vuole, e perciò ci prepariamo ad accogliere la novità misteriosa che viene incontro ed entra nella nostra esistenza.

Un altro accenno misterioso c’è in questo Vangelo: Gesù al mattino presto va in un luogo deserto e prega.

Gesù prega Dio e Dio è colui che il Cristo prega. Questo vuol dire che il Figlio modello, e rivelatore di Dio, è in una relazione misteriosa con Dio, è in unione con Dio.

E noi, pur senza saperne molto di più su Dio, ci troviamo immersi in un’atmosfera di attesa, di rispetto e riverenza, in tensione, per il mistero di Dio che, in Cristo, ci si sta rivelando.

In questi pochi accenni viene operato tutto un rovesciamento della mentalità pagana su Dio. Nella mentalità pagana Dio era l’essere a disposizione dell’uomo: un Dio di fronte al quale l’uomo poteva mettere le mani avanti, farselo propizio, chiedendo e ottenendo da lui ciò che voleva… un Dio che l’uomo poteva manipolare.

Ora invece l’uomo è posto in stato di totale passività, in stato di attesa e ascolto, riverenza, rispetto.

È Dio che sta per fare qualcosa. Sta per mettere in opera il suo Regno.

Noi dobbiamo umilmente ascoltare senza capire, essere pronti ad andare là dove egli ci vuole portare.

D’ora in avanti, nel Vangelo di Marco, Dio non è più menzionato se non pochissime volte, perché ci sarà Gesù all’opera. Gesù rivela il mistero di Dio nella sua persona.

Una volta che l’uomo si è reso disponibile, viene indicato il Figlio: comincia così allora il cammino dietro a lui per seguirlo, per esser purificati da tutti i modi imperfetti e falsi di comprendere Dio e arrivare a conoscerlo nella verità.

Quali sono i primi passi di Gesù? In quale direzione si muove?

Non annuncia il Vangelo del Regno a cominciare dai centri del potere e del sapere.

Non si rivolge ai privilegiati, ma agli ammalati. Non a quelli che stanno bene e godono di tutto, ma ai sofferenti.

Si rivolge all’essere umano reale, nella condizione di sofferenza che annulla ogni ambizione, dove il dolore toglie ogni speranza.

Dio è mostrato da Gesù come colui che ama l’umanità sofferente e in crisi.

Comincia dalla singola persona, la suocera di Simone che ha la febbre. La prende per mano e la rialza. Si fa prossimo alla singola persona e poi a tutti i malati e indemoniati.

Per finire, Simone e gli altri discepoli vogliono trattenerlo, ma Gesù dice: Andiamocene altrove, perché io predichi anche là la lieta notizia