La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 9 marzo 2024 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

IV DOMENICA DI QUARESIMA -B- Laetare

Letture:

2Cr 36,14-16.19-23 /Sal 136 /Ef 2,4-10 /Gv 3,14-21

Dalla sua parte, completamente!

   Cristiani non si nasce, ma si diventa: così scriveva Tertulliano, antico scrittore cristiano. Con questo Vangelo si può modificare la frase: Cristiani non si nasce, ma si rinasce. Il Vangelo di Giovanni: l’abbiamo definito “il Vangelo dell’anziano”, cioè del cristiano maturo. Il problema dibattuto tra Nicodemo e Gesù è proprio questo: Se uno non è generato dall’alto e di nuovo non può vedere il Regno di Dio. Di qui la domanda di Nicodemo: Come può nascere di nuovo uno quando è vecchio?

Ai ragazzi che si preparano alla cresima (7 aprile) diciamo che il battesimo è il sacramento della nascita cristiana e la cresima è il sacramento della crescita. Come è che si deve nascere di nuovo? Si nasce e si viene al mondo senza che nessuno ci abbia chiesto il parere. Rinascere dipende anche da noi: essere rigenerato alla vita è un atto consapevole della nostra volontà e una libera decisione personale di permettere a Dio di agire in noi e farci rinascere. C’è una vita biologica, quella che condividiamo con ogni vivente, e un’altra vita che sta nel cuore di Dio ed è portata nel mondo da Gesù Cristo (In lui era la vita). Il Figlio di Dio non solo ha la vita eterna, ma è lui stesso la vita eterna.

A questo punto, Nicodemo non dice più niente, scompare e parla solo Gesù: un monologo sul mistero del Figlio che dev’essere levato in alto, sul legno della croce. Questo è il grande segno: il Figlio alzato sul palo come il serpente che Mosè innalzò nel deserto e chi era morso dei serpenti restava in vita. Vedendo il Figlio di Dio appeso alla croce, l’uomo è obbligato a prendere posizione. Riconoscendo il segno di quella morte, l’uomo è obbligato alla decisione di fede: restare nell’incredulità oppure credere nel Figlio di Dio.

Di fronte allo scandalo del Dio crocifisso o si crede o non si crede. Il Figlio innalzato sulla croce è la rivelazione dell’amore di Dio per il mondo, così che Gesù è il dono dello smisurato amore di Dio per l’umanità che si manifesta là dove ogni logica umana vede l’assenza dell’amore. È il fallimento totale dell’amore: la condanna a morte per crocifissione di un uomo giusto e innocente, abbandonato da tutti anche dai suoi discepoli, per volontà delle autorità religiose e d’accordo con quelle politiche.

Qualunque persona che giunge a contemplare il Figlio innalzato e crede in lui come puro segno dell’amore di Dio è generato di nuovo e nasce di nuovo dall’alto: «Chiunque crede in lui ha la vita».

E Nicodemo? Di fronte all’altezza delle parole di Gesù resta muto ed esce di scena. Riappare però durante una riunione di sommi sacerdoti e farisei, ormai accaniti contro Gesù. Ed ecco uno di loro, Nicodemo, prende le difese del Signore: La nostra legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato? Interviene nella discussione con coraggio. Non se la sente ancora di dichiararlo Messia, tuttavia chiede che gli sia resa giustizia. La sua richiesta è contestata. Lo ammutoliscono: Studia e vedrai che non sorge profeta dalla Galilea.

Nicodemo riappare dopo la morte di Gesù con Giuseppe d’Arimatea e porta una mistura di aloe e mirra in una quantità spropositata. Dopo lo smarrimento provato, perché non capiva bene le parole di Gesù, e dopo averlo visto morire in croce si è buttato dalla sua parte completamente.