La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 30 marzo 2024 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

PASQUA DI RISURREZIONE -B-

Letture:

At 10,34a.37-43 /Sal 117 /Col 3,1-4 /Gv 20,1-9

La risurrezione è già in noi, cova sotto la cenere.

   Quando si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero, egli sparì dalla loro vista. I due discepoli confessarono tra loro: Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via e ci apriva le Scritture?

“Apriva” le Scritture: è scritto proprio così. Apriva le Scritture cominciando da Mosè e da tutti i Profeti e indicava le cose che lo riguardavano. I discepoli avevano partecipato agli avvenimenti di salvezza senza capirne il senso.

Gesù apre le Scritture e presenta il disegno di Dio sull’uomo e sulla storia. La chiarezza di Dio si sviluppa progressivamente nell’uomo. La via della giustizia, della verità, della fraternità arriva al punto più alto in Gesù.

La sua risurrezione è la chiave della storia e spiega tutto il desiderio dell’uomo e tutto il nostro camminare (in salita!) verso la vita, verso la giustizia, la verità.

Gesù accompagna i due (e tutti i discepoli) e, mentre cammina accanto, insegna a tirar le fila delle diverse esperienze umane nel campo dei desideri di bene e di verità… a tirar le fila e a riunificarle in un quadro coerente in cui la risurrezione è come il timbro di Dio sul suo disegno di salvezza.

La risurrezione non è un fatto inaspettato e strano. Se la Scrittura viene aperta a noi, ci fa sentire interpretati e capiti. La Scrittura dice a noi ciò che desideravamo e temevamo. Essa è lo specchio dell’uomo che cerca Dio, la verità, il significato della vita.

La Scrittura è specchio dell’uomo che vuol evadere dalla disperazione e dalla paura che lo coglie quando si ritrova senza ideali e si butta nelle esperienze assordanti ed eccitanti che sul momento sembrano aiutarlo, ma subito dopo lo fanno ricadere nel vuoto.

Il Signore risorto è la risposta di Dio a tutto quello che l’uomo cerca e che Dio ha promesso e preparato nella storia della salvezza. C’è un tesoro prezioso nella Pasqua: la comunità che crede, tanti testimoni che fanno bene e danno esempio, tanti insegnamenti e soprattutto il dono dello Spirito che in noi, e negli altri, attualizza la gioia di questa vita.

Che cosa vuol dire che “il cuore ardeva” mentre spiegava (meglio apriva) le Scritture?

Non sapevano ancora che nel viandante, in incognito, era Gesù lì con loro, risorto. Ma già si stavano preparando a riconoscerlo. Lui si avvicina a quei due che hanno la faccia scura. Si mette in sintonia con loro e fa la loro strada.

Li lascia sfogare. Partecipa alle loro discussioni, accuse, recriminazioni… Ma anche i discepoli hanno il merito di essersi lasciati inseguire da Gesù e di aver accolto la sua spiegazione. Dopo la diffidenza iniziale, ora lo ospitano in casa loro. Sono attaccati a lui amichevolmente, affettuosamente…

Chiediamo anche per noi: che il cuore arda, che non solo si riscaldi un po’ con l’ascolto della parola del Signore, con la preghiera, la Messa.

Gesù è venuto a portare il fuoco sulla terra, non una boule d’acqua tiepida. È venuto a portare il fuoco dell’amore.

Senza che ci si accorga, questo fuoco è già acceso in tanti uomini che non hanno ancora visto il Signore risorto, ma nel loro cuore buono brucia lo Spirito come bruciava in fondo al cuore dei due discepoli di Emmaus. La mancanza di fede soffocava un po’ la loro capacità di comprendere, ma la fiamma dello Spirito era pronta a riaccendersi.

La risurrezione è già in noi e cova sotto la cenere.