La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 5 aprile 2024 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

II DOMENICA DI PASQUA – DELLA DIVINA MISERICORDIA -B-

Letture:

At 4,32-35 /Sal 117 /1Gv 5,1-6 /Gv 20,19-31

Pace a voi!

   La prima parola di Gesù risorto ai suoi è Pace a voi!

Avevano proprio bisogno di questa parola, perché la comunità dei discepoli era una comunità ferita, ferita mortalmente e a pezzi, una comunità di peccatori.

Il loro maestro era stato ucciso, appeso alla croce, maledetto da Dio e dagli uomini, come è scritto da qualche parte nella Bibbia.

   Pace a voi! A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati.

Avevano bisogno loro di essere perdonati per primi, e invece Gesù li incarica di portare il perdono agli altri, a tutti.

Avevano i loro rimorsi: dopo il tradimento di Giuda, il rinnegamento di Pietro, l’abbandono con fuga generale.

Forse si rimproveravano tacitamente gli uni con gli altri per la mancanza di fermezza, di coraggio, di fedeltà.

Gesù si presenta in mezzo a loro e va subito al cuore della loro situazione.

Invoca su di loro la pace mostrando le ferite.

Ma come può la pace fluire da quelle ferite che non sono solo il segno dei chiodi e della lancia, provocati dagli incaricati dell’esecuzione, ma sono ferite provocate da chi l’ha tradito e lasciato solo, uccidendolo moralmente prima che l’avessero condannato a morte?

Tuttavia sono segni del mite che non ha opposto resistenza e non ha reagito con violenza.

Le ferite nel corpo di Gesù sono state provocate lungo tutta la sua vita da quanti lo hanno rifiutato (anche tra i suoi).

Molte ferite sono dovute all’incomprensione di molti, alla durezza di cuore, all’incomprensione della sua missione. Pesa l’abbandono… soprattutto nell’ora in cui bisognava offrire conforto, consolazione, vicinanza e sostegno.

Ma il Figlio di Dio ha un amore tanto grande da amare anche il nemico e pregare per chi l’ha perseguitato e crocifisso.

Le ferite restano, perché l’amore grande e il perdono non hanno reso Gesù invulnerabile al dolore. Anzi, l’amore rende più vulnerabili, perché più si ama e più si è esposti alla sofferenza e alla compassione.

Il Signore risorto porta nel suo corpo le ferite dell’amore.

Gesù ha fede nei suoi, mentre loro latitano ad aver fede in lui. Lo avevano visto l’ultima volta nel momento della fuga e dell’abbandono. Ora Gesù viene a cercarli lui stesso.

I suoi hanno mostrato poca fiducia in Pietro, nelle donne, in Giovanni… ma Gesù dà fiducia a loro, alla buona volontà di ognuno.

Tommaso non dà fiducia ai fratelli, fatica a credere che Dio abbia operato cose nuove, stenta a credere che il passato di infedeltà sia cancellato dall’amore che è più forte della morte.

Il Signore, che ha dato fiducia ai suoi, quasi supplica Tommaso: Non essere incredulo, ma credente!