La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 11 maggio 2024 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

ASCENSIONE DEL SIGNORE  -B-

Letture:

At 1,1-11Sal 46 / Ef 4,1-13 /Mc 16,15-20

Presenza nascosta, ma che si fa sentire.

   La nostra vita nella Chiesa è caratterizzata da qualcosa di prezioso che però resta nascosto.

Gesù è asceso al Padre: è scomparso, si è reso invisibile. Eppure ci permette di vivere con lui una vita nascosta o, perlomeno, non così visibile.

La nostra vita nella Chiesa è quello che è: non è esente da contraddizioni, da difficoltà e oscurità. Ma proprio in queste difficoltà e nei momenti oscuri si manifesta la presenza viva del seme evangelico.

La vita di Gesù era sempre stata una vita nascosta negli anni di Nazareth. Il Figlio di Dio, alla destra del Padre, ha vissuto anonimo e sconosciuto in un piccolo paese della Galilea.

Anche nel periodo della sua manifestazione pubblica, la presenza di Gesù era umile e marginale. Tanto più dopo l’ascensione, la sua resta una presenza nascosta, ma che tuttavia influisce e si fa sentire.

Quando attirava l’attenzione delle folle su di sé, per le sue parole e per i segni che faceva, subito scompariva.

La gente lo cercava mica solo per curiosità: aveva trovato in lui quello che dà senso alla vita e salva. Ma Gesù non voleva attirare l’attenzione su di sé.

C’è in lui una presenza e un’assenza. Lascia la folla che vuol farlo re e sale da solo sul monte per stare con il Padre. Si sottrae da quelli che vogliono catturarlo per lapidarlo, perché la sua ora non è ancora giunta.

Nelle parabole si rivela, ma obbliga a cercare il senso nascosto nelle parabole.

Con l’ascensione di Gesù, finisce il tempo della sua presenza fisica in mezzo ai suoi sulla terra, ma non è iniziata la sua assenza.

Prima in Gesù c’era una presenza misteriosa, quella del Figlio di Dio. E il Figlio di Dio si fa presente ancora dopo l’ascensione.

Noi lo seguiamo e stiamo con lui e vediamo che anche la nostra vita rimane nascosta con lui, nascosta in Dio: in parte visibile e in parte invisibile.

L’ascensione del Signore impone ai discepoli una scelta ultima e definitiva: seguirlo ancora, benché lui si sia staccato da loro, oppure lasciar perdere perché lui si rende invisibile.

Una volta che Gesù è scomparso dalla nostra vista, si può vedere con chiarezza chi è lui per noi veramente. Scomparendo dalla vista dei discepoli, essi comprendono ciò che in verità li teneva uniti a lui. Una volta che il Signore Gesù si è allontanato, si può constatare che cosa di lui rimane in loro.

Per fortuna rimane in loro la promessa del Signore e scende in loro la forza del suo Spirito.

Infatti i discepoli non restano non restarono immobili e smarriti del tutto dopo la sua ascensione, ma partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la parola con i segni che la accompagnavano.

Non possiamo sottovalutare il tesoro presente in noi, nella nostra vita nascosta con Cristo in Dio. Cerchiamo di vedere il bene che Gesù fa crescere in noi. Quello che Gesù è per noi dobbiamo manifestarlo e anche, quando capita, raccontarlo.