La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 24 maggio 2024 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

SOLENNITÀ DELLA SANTISSIMA TRINITÀ  -B-

Letture:

Dt 4,32-34.39-40 /Sal 32 /Rm 8,14-17 /Mt 28,16-20

Immersione nello Spirito di comunione, che è la Trinità.

   Come battezzati, siamo immersi nella SS. Trinità, nel Padre e nel Figlio e nello Spirito Santo.

   Battesimo è immersione: la Trinità è il nostro ambiente vitale, come l’aria per i viventi e l’acqua per i pesci. Il gesuita teologo e paleontologo lo chiama l’ambiente divino, quello nel quale viviamo.

Molti pensano erroneamente che Dio sia lo stesso, in definitiva, per tutte le religioni. In parte è anche vero perché tutte le religioni lo cercano come a tentoni (lo dice S. Paolo). Anche molti cristiani sono tentati di pensarla così, ma è un modo superficiale di affrontare l’argomento. Poi ci sono quelli che si costruiscono un dio come pare loro: possono solo disegnare per sé un cielo abitato da idoli vuoti e morti.

Il Dio di tutte le religioni non è lo stesso. La rivelazione cristiana segna una differenza netta e fondamentale rispetto alle religioni… anche rispetto all’ebraismo da cui è nata e dall’Islam, pur avendo in comune lo stesso Dio di Abramo.

Il Signore Dio ha portato ogni novità portando sé stesso nel nostro mondo (Ireneo) e la novità principale è che Dio ha svelato/mostrato sé stesso in Gesù. L’affermazione importante è nel prologo di Giovanni: Dio, nessuno l’ha mai visto: il Figlio unigenito che è nel seno del Padre, è lui che l’ha rivelato.

Gli eretici ariani, che avevano conquistato i popoli barbari diffusi in Europa dopo la caduta di Roma, negavano la Trinità. Avevano creato un dio solitario, sconsolatamente solitario: così si esprimevano i Padri della Chiesa.

Invece il Dio Trinità, nel quale siamo battezzati, è comunità di amore che ci fa entrare in sé, ci fa entrare a far parte di sé. Dio che fa donazione di sé e propone agli uomini di fare la stessa esperienza che lui vive: essere Uno.

Lo Spirito di comunione è effuso a Pentecoste sull’umanità.

Il nostro battesimo che significa immersione, è immersione nello Spirito di comunione che è la Trinità.

Il battesimo, che vuol dire affogamento, è morire per rinascere a vita nuova. Questa vita nuova è vita di comunione nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo.

Battezzare e ricevere il battesimo non è un semplice rito né una cerimonia (per quanto festosa!).

È mettere le persone (e sé stessi, prima di tutto) in relazione con Dio che è Padre, per mezzo di Gesù che è il Figlio amato, nella forza dello Spirito che dà vita.

Quando il Signore risorto affida agli Apostoli la missione di battezzare tutti i popoli, non dà il mandato di far delle cerimonie, ma di fare discepoli tutti i popoli e di farli partecipare alla vita divina della Trinità.

La Trinità non è un mistero da studiare, non è un gioco enigmistico da risolvere, ma Dio da adorare, una vita da accogliere in noi come dono… una vita che è già in noi dal battesimo: una vita che è solo da riconoscere e da vivere.