La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 28 giugno 2024 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO  -B-

Letture:

Sap 1,13-15; 2,23-24 /Sal 29/2Cor 8,7.9.13-15 /Mc 5,21-43

Non temete! Soltanto abbiate fede!

   I due fatti del Vangelo parlano di due vite salvate. La situazione era senza speranza in entrambi i casi. Nel 1° una malattia debilitante che mette ai margini della società e nel 2° il sonno della morte di una bambina di 12 anni, nel fiore della vita.

C’è timore e tremore di fronte a queste due tragedie e Gesù che parla dicendo: Non temere. Soltanto abbi fede. Non è morta ma dorme. Non temere! – dice Gesù anche alla donna che ha toccato il suo mantello. Ma questa ormai è guarita, non avrebbe più da temere. Non temere di fronte alla morte, invece, è possibile?

   Non temete! È anche la parola uscita dalla tomba vuota di Cristo, quando il giovane con abito bianco dice alle donne: Non temete. È risorto!

   Non temere. La tua fede ti ha salvata. È la fede in Dio, che invia Gesù nel mondo, quella che salva. La fede ha salvato la donna dal suo male e poco dopo salva la bambina.

Entrambe sono chiamate “figlia” e Gesù fa intendere che sono figlie di un Padre.

Nel gesto di gettarsi ai piedi di Gesù, compiuto sia dalla donna guarita sia da Giairo, c’è il riconoscimento della potenza divina.

Da notare che Dio non fa preferenze. Con tutta la sua forza e l’attenzione provvida: siamo tutti “figli” suoi, sia la figlia di una persona importante di cui viene ricordato il nome, il capo della sinagoga, sia la donna anonima che non conta nulla nella società.

Questa donna, anonima ed emarginata, comincia a vivere nel momento in cui decide di toccare Gesù.

Strappa il divieto che le impongono perché impura, perché contamina quelli che avvicina. Decide di fare ciò che gli altri non le permettono.

A volte uno non ha più l’energia per scegliere ciò che vuol essere… ed ecco che il contatto umano con Gesù dà vita nuova all’umanità malata.

L’ostinazione a salvaguardare la purezza può uccidere la vita. La convinzione (sbagliata!) che se non sono confessato non posso far la comunione… finisce per uccidere la vita. Come se uno dicesse: aspetto prima di guarire e poi chiamo il medico…

La ragazzina dodicenne poteva camminare con le sue gambe, ma non lo faceva. È immagine di quei giovani che non credono in sé stessi, rinunciano a usare le proprie forze, rinunciano a vivere…

Suo padre ha fatto la cosa più saggia: anziché raccomandazioni, sgridate, prediche… è andato da Gesù e l’ha portato in casa. E Gesù la prende per mano e la rialza.