La riflessione domenicale
Pubblicato giorno 26 luglio 2024 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale
XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO -B-
Letture:
2Re 4,42-44 /Sal 144/Ef 4,1-6 /Gv 6,1-15
Il Pane di vita.
Viene interrotta la lettura domenicale del Vangelo di Marco. La liturgia ci offre, per 5 domeniche successive, il capitolo 6 del Vangelo di Giovanni, conosciuto come il discorso del “Pane di vita”.
Il pane è quello che è più necessario all’esistenza umana perché essa possa raggiungere la sua pienezza.
Sono in scena la folla e i discepoli di Gesù. Se guardiamo anche le folle di oggi… il discorso si concentra spesso sul pane, cioè sull’economia: salari insufficienti, crescita dei prezzi, difficoltà a quadrare i bilanci (per molti, e non per tutti!).
Ma la gente non chiede solo pane di fronte a Gesù e ai suoi discepoli. È stanca. È disorientata. Le persone cercano risposte per la loro vita. Si sono messe in cammino per ascoltare una parola che possa dare conforto.
Sono persone che non sanno dove trovare ciò che può rispondere alla loro fame. È la gente di sempre. È la gente che è sotto gli occhi dei discepoli di Gesù e che magari non dice niente, ma certo si aspetta qualcosa da loro.
Gesù stesso mette i discepoli davanti alla folla. In certo modo li stuzzica con la domanda: Cosa fare?
Giovanni aggiunge in modo arguto che diceva questo a Filippo per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere.
Davanti ai problemi (di qualunque genere) i cristiani cercano di rispondere. I problemi riguardano non solo il pane, l’economia… C’è oggi un fenomeno forse più vistoso come la diminuzione (se non l’abbandono) della pratica religiosa.
Cosa fare? – ci domanda Gesù in modo provocatorio.
Cosa fare? Invece di studiare strategie (che poi sono espedienti umani!) i discepoli, cioè i cristiani, perché non girano la domanda a Gesù stesso? È scritto che lui sapeva quello che stava per compiere.
Anche perché la valutazione realistica delle situazioni porta spesso a perdersi di coraggio. Cosa possiamo fare davanti a problemi così grandi?
Cosa fare? Chiederlo a Gesù: qui si vede quanta fiducia si ha in lui. Perché non chiediamo a lui come fare?
Nell’episodio vediamo anche, tra l’altro, che i discepoli non sanno leggere la realtà, cioè non vedono quello che hanno già (i 7 pani e i pesci) e guardano a quello che non hanno. Hanno quello che serve, e non se ne rendono conto.
Dovrebbero ricordarsi di quello che Dio ha fatto nel deserto. Il vangelo qui non parla di “moltiplicazione” del pane: racconta la sua divisione, la sua distribuzione.
Il segno (e anche il miracolo) è la solidarietà che permette a tutti di mangiare. Ma il grande segno è Gesù stesso, il pastore che guida e nutre il popolo nel deserto in un nuovo esodo pasquale. A questo punto però Gesù non si sente capito e si ritira tutto solo.
Noi cristiani di oggi siamo chiamati a valorizzare quello che realmente abbiamo, anche se sembra nulla di fronte a tanta gente.
La gente di oggi trova la sua risposta non soltanto nel pane quotidiano che si mangia, ma in qualcosa che sazia nel profondo, qualcosa che appaga il bisogno e il desiderio di verità.
Insomma, la risposta che cerca è Gesù!